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CO2: Usa pronti ad accettare obblighi internazionali ma…

I consiglieri economici e ambientali del presidente Bush hanno dichiarato che gli Stati Uniti sono pronti a vincoli derivanti dagli obblighi internazionali per la riduzione delle emissioni inquinanti, a patto che le altre Nazioni facciano lo stesso. Ma la Commissione Ue commenta con cautela l'annuncio

“Gli Stati Uniti sono pronti ad un accordo internazionale più vincolante sulla riduzione delle emissioni di gas serra nel quadro di un’intesa in favore della quale tutte le grandi economie si impegnino in modo analogo”. Ad annunciarlo nel corso di una conferenza stampa a Parigi sono stati James Connaughton e Daniel Price, consiglieri economici e ambientali del presidente George W. Bush. I responsabili americani hanno lasciato intendere che tale accordo “su un obiettivo di riduzione a lungo termine” (che Washington ha sempre rifiutato) potrebbe essere annunciato in contemporanea con il vertice del G8 che si tiene all’inizio di luglio in Giappone. L’amministrazione Bush sembra quindi voler giungere ad una intesa globale contro l’effetto serra, ma in grado di imporre a tutti i paesi inquinanti una riduzione delle emissioni, compresi dunque anche India e Cina. Ciò che preme maggiormente agli Usa è di evitare vincoli temporali troppo brevi, del tipo di quelli adottati dall’Europa entro il 2020. Price ha parlato di prossime decisioni e ha spiegato: “E’ tempo che il dialogo tra Stati Uniti e Ue si evolva e che la Ue superi l’invettiva. Bisogna lavorare insieme per assicurarsi l’ adesione di tutte le grandi economie”. Differiscono le opinioni di Onu e Ue pronti invece a sottolineare che i vari paesi hanno “responsabilità comuni ma differenti” sui cambiamenti climatici. “Non si può chiedere alla Cina e all’India di avere gli stessi obiettivi vincolanti di Usa ed Unione europea, che hanno una responsabilità storica nel cambiamento climatico”, ha detto la portavoce Barbara Helfferich. “La Ue auspica un accordo internazionale nell’ambito delle Nazioni Unite. Un accordo a livello di G8 e di grandi economie può aiutare, ma non è sufficiente”, ha aggiunto.