Crescono le entrate e scendono le emissioni di inquinanti. La politica ambientale del colosso Usa delle calzature sportive sembra funzionare anche grazie al piano di recupero delle acque reflue
(Rinnovabili.it) – La Nike, colosso della produzione di scarpe sportive, ha ridotto del 4% le emissioni della catena di approvvigionamento rispetto ai livelli del 2008.
Nonostante la crisi economica abbia colpito l’azienda le entrate sono aumentate del 3%, segno che la riduzione delle emissioni non è stata la conseguenza di un calo di produzione, bensì di un politica aziendale più rispettosa dell’ambiente e più attenta a rispettare i principi della sostenibilità.
La società ha quindi dichiarato che la propria impronta di carbonio è risultata pari a 1,53 tonnellate equivalenti di CO2 nel 2009, inferiore quindi rispetto ai livelli del 2008 (1,6 tonnellate) pur non avendo ancora definito gli obiettivi reali di riduzione delle emissioni nocive. Nel frattempo però la Nike ha introdotto un programma per monitorare e migliorare le emissioni di anidride carbonica degli stabilimenti fornendo ai dipendenti tutte le informazioni necessarie affinchè contribuiscano attivamente alla politica aziendale pro-ambiente adottando comportamenti virtuosi: a tal proposito l’azienda ha deciso di dare il buon esempio decidendo di non acquistare quote di compensazione di carbonio provvedendo in maniera autonoma al calo della produzione di inquinanti.
“La nostra politica vuole garantire la neutralità climatica attraverso una combinazione di efficienza energetica e acquisto di energia rinnovabile, attraverso impianti on-site e altri mezzi”, dice il rapporto dell’azienda.
Oltre l’80% delle fabbriche di calzature Nike è ormai pienamente compatibile con gli standard locali di scarico delle acque reflue e sono impegnate nel riutilizzo delle risorse idriche impiegate nei processi produttivi che, a termine del ciclo, vengono depurate e reimesse nel circuito cittadino in modo che le popolazioni locali possano usufruirne.