Rinnovabili

CO2, iniziano i progetti UE-Cina sul CCS

(Rinnovabili.it) – L’Unione Europea sta investendo parecchio sulla tecnologia di cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica come strategia di riduzione delle emissioni, non solo tramite l’inserimento di una direttiva ad hoc nel pacchetto “clima-energia” e l’obiettivo di istituire, entro il 2015, una rete che conterà fino a 12 impianti per la dimostrazione dei sistemi di geosequestro, ma anche destinandovi 1 miliardo e 50 milioni all’interno del piano di aiuti economici. La convinzione di cui si fa promotrice è che la CCS possa costituire una valida soluzione non solo per i Paesi industrializzati ma anche per le economie emergenti a rapido sviluppo, strettamente dipendenti dal carbone. A dimostrazione di ciò la Commissione UE ha recente firmato un accordo con la Cina per mettere a punto e dimostrare una tecnologia avanzata per la cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica entro il 2020. In questo contesto oggi l’esecutivo europeo ha presentato i progetti relativi all’istituzione di un regime di investimenti per cofinanziare la progettazione e la costruzione di un primo impianto dimostrativo. “Abbiamo agito – ha dichiarato il commissario per l’Ambiente Stavros Dimas – per istituire il quadro normativo e gli incentivi necessari a facilitare la dimostrazione del CCS in Europa e ora manteniamo le nostre promesse in Cina. È fondamentale che i paesi sviluppati, così come i paesi in via di sviluppo, agiscano per assicurare che il riscaldamento del pianeta sia mantenuto al di sotto della soglia di pericolo (2 ºC)”. Dei 60 milioni di euro stanziati dalla Commissione nel progetto di cooperazione, 50 saranno destinati a finanziare la fase di costruzione e di esercizio. Inoltre, “in funzione della tecnologia scelta, – si legge nel comunicato UE – e prevedendo l’introduzione, da parte della Cina, di uno strumento per la tariffazione dell’anidride carbonica, i costi supplementari per la costruzione e l’esercizio per oltre 25 anni di un nuovo impianto dotato di tecnologia CCS in Cina sono stimati in 300-550 milioni di euro”.

“Questa importante collaborazione tra UE e Cina in materia di CCS – ha continuato Dimas – può costituire un modello per la cooperazione nell’ambito del regime globale in materia di cambiamenti climatici dopo il 2012 su cui tutti i paesi del mondo devono trovare un accordo a Copenaghen il prossimo dicembre”. Di identico parere il commissario per le Relazioni esterne Benita Ferrero-Waldner, per la quale “gli sforzi congiunti dell’UE e della Cina sono essenziali per la riuscita dei negoziati di Copenaghen sui cambiamenti climatici dopo il 2012 e ci danno l’opportunità di esercitare una vera leadership”.

Exit mobile version