(Rinnovabili.it) – E’ una sonora bacchettata quella che Oxfam Italia dà all’Italia per non aver dato seguito alle promesse fatte dopo il vertice ONU di Copenhagen. Oxfam, infatti, punta il dito sul nostro paese responsabile di non aver dato corso al contributo triennale di 600 milioni di euro promesso per sostenere le politiche di contrasto ai cambiamenti climatici dei paesi emergenti durante il vertice sul clima del 2009. “L’Italia – si legge in una nota ufficiale dell’associazione – rischia di essere la principale responsabile di un buco di 357 milioni di euro che impedirà all’Europa di aiutare i paesi poveri ad affrontare i cambiamenti climatici nel triennio 2010-2012”. L’Unione Europea si è impegnata infatti a versare 7,2 miliardi di Euro per il triennio 2010-2012 con l’obiettivo di sostenere i paesi più poveri nel mettere in atto nuove strategie per il climate change. “Un impegno che – fa sapere sempre Oxfam Italia – molto probabilmente non riuscirà a mantenere a causa dell’Italia, che sta più che dimezzando i suoi contributi per il 2011-12. Sembra che l’Italia stia indietreggiando – ha sottolineato Elise Ford portavoce di Oxfam International a Bruxelles – e questo significa che l’Europa non riuscirà a mantenere nemmeno i suoi impegni finanziari minimi in materia di cambiamenti climatici”.
Polemico anche il commento di Farida Bena, portavoce di Oxfam Italia: “Non possiamo credere che il presidente del Consiglio Berlusconi voglia rimangiarsi la promessa fatta un anno fa prima di Copenhagen. Anche un anno fa c’era la crisi e non si può continuare a usarla come alibi per non mantenere gli impegni in sede europea. Ancora una volta – ha poi aggiunto Bena – l’Italia sta trascinando l’Europa verso il basso, minandone la credibilità internazionale. Domani (oggi _n.d.r_), alla riunione dei ministri delle finanze dell’Ue, l’Italia dovrebbe chiarire una volta per tutte che manterrà quanto promesso dal presidente del Consiglio. Ciò significa prevedere subito delle risorse aggiuntive per i cambiamenti climatici nella legge di stabilità finanziaria 2011, attualmente in discussione in parlamento”.