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Clima mondiale: a New York, match Cina-Usa in campo Onu

Importante riunione all'Onu, con i massimi esponenti mondiali; una sorta di pre-Copenhagen, da cui sono emerse posizioni interessanti e per certi versi inaspettate, vedi la Cina. Ma vedremo al momento di mettere nero su bianco gli impegni annunciati.

La partita principale che si gioca da oggi a New York è quella tra Barack Obama e Hu Jintao. Usa contro Cina. I due paesi che insieme emettono il 40% dei gas serra di tutto il mondo. Sarà una vera sfida, con gli occhi di tutti puntati addosso, specialmente dalla platea degli oltre 100 leader mondiali presenti. E’ chiaro che un accordo “adeguato” tra i due colossi avrebbe una portata storica, oltre che politica, tale creare un effetto traino cui ben pochi potrebbero sottrarsi. E questo potrebbe facilitare una trattativa con i paesi in via di sviluppo e quelli più poveri da una parte e quelli occidentali e industrializzati dall’altra.
Ban ki Moon, il segretario dell’Onu, è stato chiarissimo sulla gravità della situazione e ha lanciato un appello per la soluzione delle controversie e per il raggiungimento di un accordo condiviso e comune. Ma se i grandi attori di questo scenario tra cui l’Europa, l’Australia, il Giappone, ma anche Brasile e India, non imboccheranno la via di un’intesa con un programma preciso, delle scadenze non procrastinabili e sanzioni per chi non rispetta gli accordi, allora avremo perso tutti. Lodevoli propositi e unilaterali buone intenzioni non servono. Occorrono subito impegni e fatti concreti.

*BARACK OBAMA* – “Il tempo rimasto per correre ai ripari sta per scadere”, ha avvertito il presidente americano Barack Obama oggi al vertice Onu sul clima. “La sicurezza e la stabilità di tutte le nazioni e di tutti i popoli – la nostra prosperità, la nostra salute e la nostra sicurezza – sono a rischio a causa della minaccia climatica chiamando a raccolta i Paesi emergenti coma la Cina e l’India “possono fare la loro parte” contro il riscaldamento del pianeta con “misure vigorose”.

*HU JINTAO* – L’annuncio del presidente è di quelli che fanno sperare. La Cina si impegnerebbe infatti a diminuire le proprie emissioni di CO2 entro il 2020, si parla di un 15% rispetto al 2005. Il presidente cinese ha poi spiegato come il proprio governo stia adottando misure di non poco conto per tagliare le emissioni gas serra per ogni unità di prodotto nazionale lordo. L’assicurazione di Hu Jintao è che la Cina opererà in modo determinante in merito al risparmio energetico, ponendosi obiettivi per abbassare l’inquinamento che il presidente stesso non ha esitato a definire “ambiziosi”, tramite tecnologie pulite, ma anche attraverso un aumento delle superfici boschive.

*IVO DE BOER* – Il capo dell’Ufficio Onu per il Clima, ha sottolineato con soddisfazione come Pechino abbia esposto un ambizioso programma per l’uso di energie rinnovabili, l’efficienza energetica, il taglio dell’inquinamento per gli autoveicoli e la chiusura degli impianti inquinanti. Ha poi fato notare come anche l’India abbia annunciato importanti misure contro l’inquinamento, seppure meno ambiziose. De Boer è stato molto colpito dalle dichiarazioni di Pechino che, a suo dire, potrebbe addirittura “diventare leader mondiale nella lotta contro i cambiamenti climatici”. E poi non ha lasciato di sottolineare che ”un accordo sul clima a Copenhagen quest’anno è una condizione imprescindibile per evitare che il cambiamento climatico sfugga completamente di mano”.

*BAN KI MOON* – Si é decisamente lamentato per la “lentezza glaciale” dei negoziati” ricordando che: “I giorni effettivi per i negoziati sono soltanto quindici”. A parere del segretario generale dell’Onu un fallimento a Copenhagen sarebbe, secondo le sue parole, “moralmente ingiustificabile, economicamente miope, politicamente avventato: non possiamo seguire questa strada. La storia potrebbe non offrici un’occasione migliore di questa”. Ban Ki-moon ha in seguito specificato come “abbiamo meno di dieci anni per evitare gli scenari peggiori” a causa del surriscaldamento del pianeta.