(Rinnovabili.it) – Da quanto si evince da un’analisi presentata dallo studioso inglese Alex Chepstow-Lusty a Lima, con tutta probabilità l’ascesa dell’impero Incas venne favorita dal naturale cambiamento climatico.
A causa dell’aumento della temperatura globale vi fu un incremento della produzione agricola e le popolazioni poterono perfezionare le coltivazioni organizzandole in un sistema chiamato “a terrazze” irrigato naturalmente grazie al progressivo e lento scioglimento dei ghiacciai, in più, piantando alberi lungo i fianchi delle montagne, hanno difeso i versanti dall’erosione aumentandone la fertilità.
Secondo lo studioso analizzare i fattori che hanno favorito lo sviluppo di queste civiltà potrebbero aiutarci a combattere i danni causati dal climate change a livello globale.
“In effetti, gli Incas hanno ridisegnato il paesaggio e ottimizzato la loro produzione. Le enormi eccedenze di colture come mais e patate, hano portato ad un aumento della popolazione e, di conseguenza, allo sviluppo di strade e altre strutture”, ha dichaiarto Chepstow-Lusty alla BBC.
I risultati dello studio sono basati sull’analisi degli strati del suolo della laguna Marcacocha, nel cuore del Cammino Inca, che si snoda da Cuzco alle rovine di Macchu Picchu.
Lo studio di semi, pollini e di altri indicatori ambientali ha rivelato che tra l’anno 880 e il 1100 ci fu una forte siccità che non favorì lo sviluppo delle popolazioni che però proliferarono grazie al cambiamento climatico del, che 1100 ha permesso agli Incas di abitare le montagne.