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Clima: da ‘Spoletoscienza XXI’ appello per efficienza energetica e innovazione

Efficienza energetica e innovazione tecnologica, ma anche equita’ e sviluppo, per far fronte alla sfida del cambiamento climatico. Contro ‘tetti’ e scadenze, promesse difficili da mantenere e dichiarazioni che restano solo sulla carta. Questo l’appello lanciato, all’indomani del G8, alla XXI edizione di ‘Spoletoscienza’, annuale appuntamento promosso dalla Fondazione Sigma-Tau nell’ambito del Festival dei Due Mondi di Spoleto e dedicato quest’anno proprio all’energia. ‘Il mondo scoppia: etica e governo dell’energia’ e’, infatti, il tema sul quale si sono confrontati oggi esperti di ambiente ed economia di fama internazionale.
“Sempre di piu’ la discussione sui grandi temi della scienza -spiega Pino Donghi, segretario generale della Fondazione Sigma-Tau- si lega alle contingenze dell’economia nel quadro delle grandi scelte della politica. E la Fondazione Sigma-Tau, per la ventunesima estate, offre il tavolo di ‘Spoletoscienza’ a chiunque abbia voglia di discutere fuori dagli schieramenti precostituiti”. Un’occasione, dunque, per “discutere ‘a caldo’ le politiche di mitigazione delle emissioni analizzate dai grandi della Terra”.
E per sollevare anche qualche critica: “Dal G8 sono usciti messaggi rassicuranti sul fronte del clima -avverte Gianfranco Bangone, direttore della rivista scientifica ‘Darwin’, introducendo il dibattito- ma nei documenti finali sono scomparsi molti degli elementi vincolanti e si parla di obiettivi generici e simbolici. Del resto, i meeting internazionali sul clima si chiudono sempre con un nulla di fatto”. Ma come conciliare lo sviluppo e quindi la domanda crescente di energia con l’esigenza di ridurre le emissioni di anidride carbonica? “Se i responsabili delle politiche economiche e il pubblico chiedono una crescita economica continua -risponde al tavolo di ‘Spoletoscienza XXI’ Roger Pielke jr., docente di studi ambientali al Cooperative Institute for Research in Environmental Sciences- semplicemente non esistono altre alternative per ‘decarbonizzare’ che aumentare la produzione di energia a impatto zero e l’efficienza energetica”.
Perche’, invece, “imporre un prezzo alle emissioni -spiega- significa far aumentare il costo delle fonti di energia che emettono carbonio” e, quindi, “causare disagi economici ai consumatori finali, che spesso sono anche elettori”. Cosa che ogni politico cerchera’ di evitare, dice, magari preferendo piuttosto “vanificare le finalita’ della legge”.
Per questo, afferma Pielke, “stabilire obiettivi e scadenze per la riduzione delle emissioni senza sapere se sono raggiungibili e’ solo finzione politica”. “Di conseguenza -aggiunge- le politiche dovrebbero concentrarsi meno sugli obiettivi e sulle scadenze e piu’ sul processo e sui vari passi da fare. Per esempio, sarebbe molto sensato stabilire obiettivi e scadenze per l’aumento di efficienza in alcuni settori e un forte impegno a innovare consentirebbe a nuove tecnologie di contribuire a raggiungere gli scopi”.

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