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Clima: 15 miliardi per una Piazza Affari delle emissioni

15 miliardi di euro ogni anno, è questa la cifra che potrebbero “scambiare” i 25 stati dell’Unione Europea all’interno della borsa dell’effetto serra. Ad ogni azienda sarà corrisposto un valore in azioni pari al suo quantitativo di emissioni annue. A consuntivo, chi avrà emesso più del previsto dovrà pagare un’ammenda ed acquistare azioni per un quantitativo necessario a coprire l’eccedenza degli scarichi. Il comportamento virtuoso delle aziende che invece avranno consumato meno di quanto concesso, le porterà ad un surplus di azioni che potranno o capitalizzare o rivendere sul mercato.
Questa Borsain Europa è già operativa, in diversi paesi come Gran Bretagna, Germania, Francia, Austria, Norvegia, Olanda e Danimarca, ma anche negli Stati Uniti mediante il Chicago Climate Exchange. Queste nuove piazze affari trattano di gas serra e di Co2, con un prezzo previsto di otto o nove euro per ogni tonnellata e con un giro di affari veramente considerevole. I 25 paesi e i relativi 12 mila impianti industriali produttori di gas serra, mediante questo scambio di quote inseguono l’obiettivo di una riduzione di emissioni dell’8,2% entro il 2008 o al più tardi nel 2012. Per l’Italia la “borsa dei fumi”, che sarà operativa dal 2 aprile 2007, conterà circa milletrecento impianti industriali soggetti agli obblighi di riduzione delle emissioni di gas inquinanti. Il Gestore del Mercato Elettrico S.p.A. infatti, nell’ambito dell’European Emission Scheme, come da Direttiva 2003/87/EC, ha predisposto a livello nazionale la prima struttura per lo scambio delle Unità di Emissione. Con un quota si potrà immettere nell’atmosfera l’equivalente di una tonnellata di biossido di carbonio nel corso dell’anno. (fonte Ansa)

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