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Cittadini sostenibili non si nasce, si diventa

I romani quelli con la più alta impronta di carbonio in termini di CO2 pro-capite. Napoli invece l’area urbana dove i cittadini mostrano un impatto ambientale più basso con 1.303 kg di CO2 a testa

(Rinnovabili.it) – Esistono comportamenti e condotte personali virtuosi e non, sostenibili o meno, in grado di rendere il cittadino elemento indispensabile per misurare le performance ambientali delle aree metropolitane. Per fare un quadro di quanto avviene a Roma, Bari, Milano e altre 12 città italiane la Fondazione Cittalia – Anci Ricerche pubblicherà a breve il *Rapporto Cittalia 2010* per fornire una stima dell’impatto ambientale con riferimento ai consumi di risorse naturali, ai fabbisogni energetici, alla produzione di rifiuti e alle scelte di mobilità. L’indagine ha misurato l’impronta degli abitanti dei 15 centri in seguito quindi alla valutazione dei consumi domestici di gas ed elettricità, alla porzione dei rifiuti destinati all’incenerimento, al trasporto privato, in un arco temporale riferibile all’ultimo decennio (2000-2009).

*_Emissioni pro capite_* Si scopre così che sono gli abitanti della Capitale a detenere, nella rosa esaminata, l’impronta di carbonio maggiore con *un’emissione pro-capite nel 2009 di 2.406 kg di CO2.* A seguire Torino con 2.303 kg per residente, Firenze e i 2.296 kg pro capite, Bologna (2.284 kg pro capite) e Trieste (2.215 kg). E’ la città di Napoli invece l’area urbana dove i cittadini mostrano un impatto ambientale più basso con 1.303 kg di CO2 a testa.

*_Emissioni Totali_* Prendendo in esame i dati complessivi emerge che nel 2009 la città con il maggior quantitativo di CO2 emesso, anche ovviamente a causa del peso demografico, è Roma con circa *6.600 migliaia di tonnellate di diossido di carbonio,* seguita da Milano (2.408 migliaia di tonnellate) e Torino (circa 2.094 migliaia di tonnellate), mentre Reggio Calabria e Cagliari sono invece le città nelle quali si rileva la minore emissione da parte dei cittadini di CO2 (rispettivamente 223,5 e 239,1 migliaia di tonnellate).

Dei quattro settori considerati nel Rapporto per la valutazione dell’impatto ambientale quello che pesa maggiormente il consumo di gas (37,7%), inseguito dal trasporto privato urbano e dai consumi elettrici (30,8%). Ben minore invece sembrerebbe essere il peso della combustione dei rifiuti (0,3%).
“Dall’indagine di Cittalia, – si legge nella nota stampa – emerge tuttavia un tratto significativo: la tendenziale solidità del mutamento pro-ambiente che sta avvenendo nel nostro paese. Nelle città metropolitane del nostro paese si sta registrando una buona consapevolezza delle problematiche ambientali, con una innovata e sempre meno ideologizzata attenzione ai temi della natura, dell’ambiente e della qualità del vivere e dell’agire”. Non più un trend dettato dalla moda dell’eco ma “un fattore strutturale attraverso cui valutare la qualità della vita, della città e dell’agire civico e politico. Un processo in fieri che inizia ad avere ricadute sui comportamenti, sulle vision, sulle scelte, sugli stili di vita e consumo dei cittadini”.