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Cina troppo inquinata? L’Italia corre in aiuto

(Rinnovabili.it) – Cercare di mettere un freno allo sviluppo forsennato dell’industria e della mobilità automobilistica di un Paese come la Cina sarebbe impresa ardua per qualsiasi amministratore. E se la soluzione per i cinesi non può essere di certo la chiusura delle fabbriche o il divieto di recarsi al lavoro, una risposta potrebbe arrivare chiedendo aiuto fuori dai confini nazionali. La Cina, come riferisce l’agenzia Ansa, lo ha chiesto ieri all’Italia e in particolare all’Emilia Romagna, in occasione del Seminario _Green Technologies, cooperazione italo-cinese_ realizzato in collaborazione con Confindustria Emilia-Romagna e la Tongji University. “La Cina deve far fronte ai problemi legati all’inquinamento e all’ambiente e per questo chiede la collaborazione dell’Emilia Romagna”. Questo l’appello lanciato da Li Fengting, professore all’Istituto per l’Ambiente e per lo Sviluppo Sostenibile della Tongji University di Shanghai. Il professor Fengting, ricordando proprio il grande potenziamento del settore industriale che ha caratterizzato lo sviluppo della Cina negli ultimi anni, non ha potuto fare a meno di sottolineare come la nazione stia ora pagando un caro prezzo sul versante delle problematiche ambientali e sull’inquinamento che ha raggiunto livelli molto elevati.”L’aumento del PIL in Cina – ha detto il professor Fengting – ha significato anche avere più macchine sulle strade e quindi più inquinamento. Diventa per noi in questo senso fondamentale la collaborazione con i paesi esteri sui temi dell’ambiente e in questo quadro si inserisce la collaborazione con l’Emilia Romagna”.
“La Cina ha deciso di affrontare i cambiamenti climatici diventando di fatto il paese che negli ultimi 10 anni ha investito di più per lo sviluppo delle tecnologie verdi” gli ha fatto eco nel suo intervento Vasco Errani, presidente della Regione Emilia Romagna. Errani ha voluto inoltre sottolineare come il mercato delle 200 imprese “verdi” della Regione sia già particolarmente sviluppato e possa rappresentare un valido aiuto per la Cina: “Alcune aziende bolognesi – ha detto il presidente – partecipano già a due progetti di cooperazione sino-italiana tra la Tongji University e il Ministero dell’Ambiente italiano: quelli relativi al veicolo ibrido a due ruote e al veicolo ibrido a quattro ruote, che dovrebbero ridurre l’impatto ambientale a causa delle emissioni”. “Finalmente questa nazione sta cominciando ad occuparsi dei problemi legati all’ambiente – ha poi aggiunto Maurizio Forte,direttore dell’ICE (Istituto nazionale per il Commercio Estero) di Shanghai – Dobbiamo accogliere con grande favore la volontà di questo paese di collaborare con gli altri paesi e nello specifico con l’Italia”.

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