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Cina, sull’energia low carbon ora si fa sul serio

Mentre si attende il nuovo Piano quinquennale su efficienza energetica e emissioni, il Ministero dell’Industria cinese svela i risultati raggiunti nel periodo 2006-2010 e programma l’eco-rivoluzione della mobilità nazionale

(Rinnovabili.it) – Nella Repubblica Popolare cinese è di nuovo tempo di fare i conti con la propria domanda energetica e le esigenze di sviluppo dell’industria. Per Pechino, infatti, è arrivato il momento di rimettere mano alla strategia nazionale sui consumi e formulare un nuovo piano quinquennale che contenga gli obiettivi per il periodo 2011-2015 in materia di efficienza energetica ed emissioni ad effetto serra.
A sostenere il nuovo programma sono soprattutto i risultati incoraggianti del vecchio piano 2006-2010 che, come spiega Zhu Hongren, portavoce del Ministero dell’Industria e dell’Information Technology, hanno assicurato al Gigante asiatico la riduzione dell’intensità energetica, vale a dire l’energia consumata per unità di prodotto interno lordo, di 15,6 punti percentuali rispetto ai livelli del 2005. In realtà l’obiettivo era di centrare per la fine del 2010 un calo del 20%, ma il governo si ritiene comunque soddisfatto, anche perche i dati ufficiali si riferiscono per ora solo al primo semestre di quest’anno.
“Stiamo assistendo a progressi positivi a livello industriale nel risparmio energetico e nella riduzione delle emissioni”, ha fatto sapere Zhu durante una conferenza stampa. “Il consumo di energia per unità di valore industriale aggiunto è assolutamente al ribasso”. A dare un’importante sferzata secondo i funzionari governativi sono state soprattutto le migliaia di vecchie acciaierie e altre fabbriche a cui è stata imposta la chiusura e a cui si aggiungeranno altri 2.087 siti produttivi di acciaio e cemento obbligati allo stop da Pechino perché ritenuti troppo dispendiosi.

E se per i nuovi obiettivi energetici del piano 2011-2015 bisognerà attendere la riunione del Congresso Nazionale del Popolo all’inizio del prossimo anno, il governo cinese sembra non voler perdere neppure un minuto sul fronte mobilità sostenibile. Dopo i vari accordi internazionali, con l’Italia in primis, e l’annuncio solo qualche settimana fa delle “previsioni di crescita”:https://www.rinnovabili.it/cina-un-milioni-di-vetture-elettriche-prodotte-entro-il-2020-801395 del proprio segmento dell’ “e-mobility”, il governo torna a sottolineare che dell’auto elettrica il Paese vuole fare un altro caposaldo nazionale. Il Ministero dell’Industria congiuntamente con altri dicasteri sta avviando programmi di ricerca focalizzati sui veicoli ecologici e la componentistica (principalmente motori e batterie). L’intenzione è quella di lanciare a giugno un programma di due anni per promuovere le vendite dell’auto elettrica in cinque città: Shanghai, Hangzhou, Changchun, Shenzhen e Hefei. Nell’ambito del programma, gli acquirenti riceveranno sussidi fino a 8.800 dollari per ogni veicolo full-electric e 7.500 dollari per l’ibrido benzina-elettrico. Ovviamente, tutto deve essere rigorosamente “made in China”.