Wen Jiabao annuncia il Piano quinquennale 2011-2015 che verrà votato a marzo dal Parlamento cinese. Al suo interno, gli obiettivi di riduzione delle emissioni climalteranti nel breve termine
(Rinnovabili.it) – Secondo quanto valutato dall’*Asian Green City Index,* Shanghai, Guangzhou e Pechino sono le città asiatiche con il più alto livello di CO2 pro-capite di tutta l’Asia. Un primato sconfortante che sembra destinato a peggiorare sotto l’alta marea della crescita economica.
Il trend tuttavia dovrebbe contenersi nei prossimi cinque anni, almeno a quanto ha riferito domenica il premier cinese Wen Jiabao, durante una chat con cinesi di ogni parte del mondo, organizzata dal sito web del governo centrale e dell’Agenzia d’informazione Xinhua. “Nel piano quinquennale 2011-2015 – ha affermato il premier – abbiamo concordato un obiettivo di crescita del 7%”, abbassando, quindi le precedenti stime nazionali.
E nella strategia al 2015 non poteva mancare un riferimento alle emissioni di anidride carbonica e alla domanda energetica, per le quali sono previsti, a partire da quest’anno, tagli del 16-17% per ogni unità di crescita.
I target prospettati dal premier cinese sono lontani da quanto richiesto dalla comunità scientifica mondiale, ma perfettamente in linea con gli obietti a medio termine su cui Pechino ha calibrato il proprio impegno: ridurre l’intensità di carbonio dal 40 al 45%entro il 2020, rispetto ai livelli del 2005, oltre all’aumento della percentuale di energia non fossile nel consumo totale di energia primaria al 15% entro il 2020. Gli obiettivi, che richiedono necessariamente “un lavoro serio” ha spiegato Wen Jiabao, saranno discussi per l’approvazione da parte del parlamento cinese alla fine della settimana prossima.