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“Cielometro”, l’inquinamento misurato anche meteo-difussività

Un progetto di ricerca che può cambiare il modo di affrontare lo studio della qualità dell'aria frutto di una collaborazione italo-russo-americana-svedese.

Il progetto prende forma nella zona industriale di Termoli grazie ad una collaborazione tra l’Enea e le università di Helsinki, Phoenix e San Pietroburgo.
Il progetto parte dall’utilizzo di un nuovo strumento, il Cielometro, la cui messa a punto è il frutto anni di ricerca dei maggiori esperti mondiali in materia. La ricerca indaga sull’interazione tra sostanze emesse e fattori meteorologici (movimenti delle masse d’aria, venti, inversione termica).
La tradizionale rilevazione dei gas inquinanti fatta alla fonte con le normali centraline viene infatti integrata con l’elemento dinamico del microclima. I suoi fenomeni aleatori vengono così ricondotti ad una misurabilità. Cambia il concetto stesso di qualità dell’aria: non più statica somma di componenti chimiche, ma risultante di sinergie complesse. Si distingue tra ‘emissione’ e ‘qualità finale’. Questo significa che tra la prima e la seconda agisce la meteo-diffusività (attitudine degli inquinanti a disperdersi o accumularsi in funzione dei fattori meteo) che ‘modula’ in vario modo e nei diversi luoghi la concentrazione in aria delle emissioni.
Un parametro essenziale da esplorare è l’altezza del “Planetary boundary layer” (Pbl) che, concepito secondo variabili complesse, influenza direttamente le masse d’aria in cui si diluiscono gli inquinanti. Principale strumento della campagna di ricerca è quindi il cielometro, che monitorerà costantemente l’altezza del Pbl. Il tutto sarà applicato in un’area che comprende un impianto industriale con un centinaio di aziende ( nato a metà degli anni ’60 e cresciuto soprattutto negli ’80.