Rinnovabili

Cia Basilicata: un distretto per le bioagrienergie

“La individuazione all’interno del nuovo Piano energetico regionale di interventi per potenziare l’utilizzo di biomasse legnose e biocombustibili provenienti anche dai comparti agricolo, zootecnico, oltre a individuare nelle Pmi agricole quali strutture per produrre energia da fonti rinnovabili, rappresenta un elemento positivo ed innovativo e una prima risposta alle proposte che la Cia ha presentato già da tempo in materia agro-energetica oltre che per la realizzazione di strumenti quali il distretto regionale per le bioagroenergie”.
Lo sostiene l’Ufficio di presidenza della Cia Basilicata, sottolineando la esigenza di avviare una mirata concertazione progettuale in materia di agroenergia, a partire dal Tavolo tecnico istituito presso il Dipartimento Agricoltura e gli altri Dipartimenti interessati per approfondire tutti gli aspetti di natura tecnico-legislativa che possono rappresentare una grande opportunità per gli agricoltori lucani di diventare anche produttori di energia termica da biomasse, biocombustibili e da altre fonti rinnovabili sia per soddisfare la domanda interna alla propria azienda che per un apporto alla produzione energetica regionale.
La Cia evidenzia che proprio in questa fase è necessario organizzarsi in maniera adeguata: infatti oltre ad aver fornito, osservazioni ed il proprio contributo al bando del Dipartimento Agricoltura (in fase di emanazione) sulla misura relativa alle iniziative ed agli investimenti da parte delle aziende agricole in materia di produzione di energia da fonti rinnovabili, contestualmente ha messo a punto uno specifico “pacchetto energetico” in agricoltura, di intesa con l’Aiel (Associazione italiana energie agroforestali) attraverso alcuni progetti pilota-sperimentali ed è impegnata a definire, garantire e fornire un sistema di servizi di consulenza-assistenza tecnica alle aziende agricole per la realizzazione di impianti di media e piccola taglia in campo idreoelettrico, eolici, fotovolatici, da biomasse, dando centralità e protagonismo al reticolo di imprese agricole, zootecniche e forestali.
La Cia ha fatto i conti in tasca agli agricoltori per i rincari del gasolio agricolo e in generale della bolletta energetica (30 per cento in più negli ultimi due anni) ed ha rilanciato la predisposizione di un Piano di sviluppo delle energie rinnovabili in agricoltura che preveda finanziamenti a quei produttori agricoli che possano produrre bioenergie o partecipare alla gestione di impianti di piccola e media taglia (microcogenerazione da 1 e 2 megawatt), la cogenerazione distribuita di media che coniuga la centralità ed il protagonismo delle Pmi aziende e la produzione diffusa sul territorio quale punto di rafforza di una nuova cultura produttiva, più rispettosa più sostenibile.
Ecco le proposte della Cia Basilicata:
– definire all’interno del nuovo Piano energetico ambientale regionale il segmento delle bioagrienergie e garantire un nesso inscindibile con il territorio, lo spazio agro-rurale-forestali e le aziende agricole;
– dare vita al piano agro-energetico regionale ed in particolare da fer bioagro-rurali;
– riconoscere il ruolo centrale del comparto e delle aziende agricole nelle politiche di produzione di fer in Basilicata anche attraverso sistemi di incentivazine e di premialità. (Certificati verdi regionali);
– ricomprendere nella nuova normativa in materia dei distretti territoriali anche quelli agro-energetici e procedere alla costituzione di un distretto regionale agro-energetico;
– definire un piano di formazione e qualificazione degli operatori agricoli in materia di agroenergia.
Si tratta – sottolinea il presidente della Cia Donato Distefano – di introdurre un sistema incentivante che rappresenta un’opportunità molto interessante sotto il profilo economico e che permetterà di sviluppare quel modello di filiera corta o filiera integrale, che la Cia ha sempre sostenuto, in cui saranno proprio gli agricoltori che, oltre a produrre le colture energetiche, le trasformeranno in energia elettrica attraverso impianti gestiti direttamente da loro, senza l’intermediazione dell’industria, come invece avviene nel caso della produzione di alcuni biocombustibili (biodiesel e bioetanolo), con l’intento di mantenere il valore aggiunto all’interno dell’impresa agricola. Il settore agricolo – aggiunge Distefano – intende candidarsi e dare il proprio contributo al riequilibrio e alla sostenibilita’ ambientale e diventare il contenitore nell’ambito del quale sviluppare e concretizzare nuove produzioni di fonte rinnovabile in particolare per l’auto-approvvigionamento e l’autoconsumo aziendale.
In questo modo viene a concretizzarsi la cosiddetta agricoltura multifunzionale che tramite le aziende agricole diventa motore dello sviluppo locale e leva per la sostenibilità ambientale e la coesione dei nostri territori.

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