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Chi inquina deve risarcire, ma c’é un limite

Sono responsabili per danni da inquinamento marino coloro che disperdono idrocarburi o altre sostanze inquinanti in mare. In contemporanea, a pronunciarsi su tale proposito, la Commissione Ue, che ha stabilito sanzioni penali per questi incidenti, e l’Avvocato Generale dell’Alta Corte Europea, Kokott, con un pronunciamento sul principio “chi inquina, paga”. Questo é riconosciuto dalle leggi comunitarie sui rifiuti, e può sanzionare la responsabilità per i danni da inquinamento causati dalla fuoriuscita di oli minerali pesanti. L’occasione é stata la richiesta del comune bretone di Mesquer che aveva citato alcune imprese del gruppo Total per essere risarcito delle spese sostenute per la bonifica delle coste, a seguito dell’avaria della nave cisterna Erika, avvenuta nel 1999.
L’avvocato generale Kokott ritiene che l’olio minerale pesante vada considerato come rifiuto, che i costi relativi all’eliminazione dei rifiuti devono essere accollati a coloro che ne siano stati causa, compatibilmente, però, con lo stesso principio che la responsabilità del proprietario della nave (o del fondo per il risarcimento dei danni causati) venga assoggettata ad un limite massimo. Questo perché é legittimo porre a carico della collettività un contributo per il concorso nella causa di danni da idrocarburi e una percentuale dei relativi rischi, dal momento che gli Stati consentono il trasporto su mare degli idrocarburi, assumendo quindi anche il rischio di dover far fronte ad ulteriori costi.

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