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Centro Ricerche UE, tra rinnovabili e fonti fossili

Gas petrolio e carbone continueranno ad essere la spina dorsale del sistema energetico europeo fino al 2030, ma per raggiungere gli obiettivi clima-energia del 2020 si deve fin da ora implementare il finanziamento al settore Ricerca e Sviluppo ed adeguare le normative nazionali

(Rinnovabili.it) – Il Joint Reserch Centre (JCR, Centro comune di ricerca) della Commissione Europea punta i riflettori sull’energia europea e sull’obiettivo fissato dalla Direttiva “20-20-20” e lo fa suggerendo il terreno sui cui muoversi sia in ambito delle fonti rinnovabili che e dei combustibili fossili. L’ambizione del target comunitario sulle eco-energia è per il JCR un traguardo alla portata dell’Europa a patto di mettere subito in Campo l’adeguato sostegno finanziario e normativo da parte delle singole nazioni.
Le varie possibilità di sviluppo per tecnologie verdi sono affrontate nel dettaglio nel rapporto “Istantanee sull’energia rinnovabile”:https://re.jrc.ec.europa.eu/refsys/, nelle cui pagine i ricercatori del Centro Ue dipingono un panorama del potenziale delle fonti energetiche pulite nel vecchio continente per delineare obiettivi chiave che possano aiutare gli Stati Membri a formulare i Piani di Azione Nazionale.
Basandosi sugli ultimi dati forniti dalle industrie di settore, il documento mostra come con l’attuale capacità installata in ambito fotovoltaico ed eolico, l’Europa abbia già oltrepassato gli obietti 2010 contenuti nel Libro bianco sulle Rinnovabili del 1997. Per il 2020 spiegano gli autori tra il 35 e il 40% dell’elettricità usata dovrà provenire da fonti verdi, un contributo importante dovuto anche all’obbligo ridotto stabilito per il settore dei trasporti (solo il 10% della sua energia da rinnovabili).
E poiché le grandi risorse idriche sono già state ampiamente sfruttate e potrebbero essere messe in pericolo dai cambiamenti climatici, per tagliare il traguardo si dovrà puntare soprattutto sulle altri fonti. In tal senso, stimano gli autori, la generazione di elettricità da biomassa potrebbe raggiungere i 200 TWh nel 2020, dai 90 TWh che del 2006 e anche per il settore solare ci si aspetta un’ulteriore crescita esponenziale, guidata dall’obiettivo postosi dall’industria fotovoltaica di generare, per la stessa data, il 12% di tutta l’elettricità Ue.
Anche le previsioni del comparto eolico sono buone: aumentare la propria capacità di produzione totale installata da 65 GW a 230 GW entro il 2020. “Si può concludere – si legge nella relazione – che se gli attuali tassi di crescita delle fonti rinnovabili per la generazione di energia sopra menzionate possono essere mantenute, entro il 2020 si potrebbero generare fino a 1.600 TWh [il 45% – 50%] di elettricità rinnovabile”. Ciò a patto che le politiche nazionali si adeguino alla necessaria trasformazione, a livello di rete e di normativa.

Nella relazione “Il futuro della generazione elettrica da combustibili fossili in Europa” il CCR si è invece concentrato sulla valutazione del ruolo che le tecnologie delle fonti tradizionali svolgeranno nel futuro energetico; il documento, anche a fronte della crescente domanda di energia elettrica in Europa, prevede i combustibili fossili rimango la spina dorsale di del sistema produttivo almeno fino al 2030, attendendo un bisogno di ulteriori 635 GW da nuove centrali elettriche “inquinanti”. Affinché siano compatibili con gli obiettivi dell’Unione Europea, recita il rapporto, sarà necessario convergere su tre fattori: l’attivazione su scala commerciale della tecnologia di cattura e stoccaggio del carbonio; una maggiore attrazione dei prezzi del carbonio ed una stabilizzazione del mercato elettrico.

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