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Celle a carbonati fusi, la scommessa dell’Enea

Ridurre le emissioni climalteranti dicendo addio alla dipendenza energetica da combustibili fossili: le MCFC possono dare un contributo notevole a centrare il duplice obiettivo ed un progetto di ricerca internazionale le sta mettendo alla prova

(Rinnovabili.it) – Sono nate per coniugare due dei diktat dei tempi attuali: ridurre l’impronta ecologica della nostra società attraverso la limitazione delle emissioni antropiche e la sostituzione dei combustibili fossili con un’alternativa più sostenibile. E ora le celle a carbonati fusi o MCFC (Molten Carbonate Fuel Cell) sono al centro di un “progetto di ricerca”:https://www.enea.it/mcfc/ unico nel suo genere e finalizzato all’integrazione di tali dispositivi nella catena del _Waste to Energy_.
Le MCFC sono dispositivi robusti e altamente flessibili che ben si adattano alla generazione distribuita, nelle taglie da qualche centinaio di kW a qualche MW, operanti intorno ai 650 °C e con un’efficienza di conversione dell’energia elettrica in media del 50%. L’integrazione di queste celle nella catena di gassificazione dei rifiuti ha un potenziale particolarmente interessante essendo in grado di aumentarne l’efficienza complessiva (ovvero sia dal punto di vista elettrico che termico), rendendo nel contempo il ciclo più sostenibile ed economicamente più vantaggioso rispetto quello convenzionale. Le MCFC, infatti, sono in grado di estrarre la CO2 dai fumi dei gas attraverso il catodo, mentre l’anodo produce elettricità a partire combustibili rinnovabili come il biogas. Unico problema, i contaminanti presenti nei fluidi che possono provocare il degrado di queste celle.
Il progetto in questione “MCFC-CONTEX” (Molten Carbonate Fuel Cell catalyst and stack component degradation and lifetime: Fuel Gas CONTaminant effects and EXtraction strategies) intende affrontare la questione della presenza di inquinanti nei combustibili prodotti nella catena “Waste to Energy”, indagando meccanismi di avvelenamento e limiti di tolleranza per questi dispositivi mentre viene ottimizzata la purificazione del gas e vengono studiate le metodologie per misurare in tempo reale il contenuto degli inquinanti nelle correnti d’alimentazione alla cella. Dietro il progetto, tutto il know-how di Enea, ente coordinatore che svolge anche un’intensa attività di laboratorio sia sulla linea di testing che sulla linea di clean up con la sperimentazione, nel laboratorio di IDROCOMB, di monocelle MCFC alimentate con gas simulanti i combustibili alternativi sopra citati.
Accanto a partner del mondo scientifico come Technical University Munich (Germania), TUBITAK Marmara Research Centre (Turchia), Università di Genova, il Royal Institute of Technology (Svezia) sono presenti inoltre, per la prima volta, i due maggiori sviluppatori europei di sistemi a celle a combustibile a carbonati fusi: Ansaldo Fuel Cells e la società tedesca MTU Onsite Energy.