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Cdm: la Cina acconsente alla pubblicazione dei propri dati

Il dialogo tra Nazioni Unite ed ex Impero Celeste si smuove in merito alle energie rinnovabili, ma rimane il problema delle enormi divergenze presenti nella lista delle tariffe di Pechino

(Rinnovabili.it) – La Cina rappresenta l’area mondiale più ostica per quel che concerne il dialogo relativo ai crediti di emissione, in particolare quando si tratta di sussidi governativi: una svolta sembra però essere giunta dalle dichiarazioni di Martin Hession, presidente dell’ente regolatore delle Nazioni Unite, secondo il quale Pechino sarebbe disposta a fornire i propri dati relativi alle tariffe pagate per l’energia rinnovabile, una mossa che agevolerebbe senz’altro la comprensione di quali progetti dell’ex Impero Celeste possono essere ritenuti eleggibili per rilasciare i CERs (le riduzioni certificate di emissioni). In base a quanto disposto dal Clean Development Mechanism della stessa organizzazione, infatti, bisogna dimostrare la correlazione tra il piano e la necessità di assistenza per essere attuato. La collaborazione tra le parti è stata fondamentale, lo stesso Hession ha provveduto a pubblicare quelle che sono le tariffe di riferimento del mercato. Ora spetterà alle autorità asiatiche confermare o meno se esistono delle differenze, ma non è noto il momento in cui le stime verranno diffuse pubblicamente. C’è comunque da precisare che la lista cinese delle tariffe non distingue in alcun modo tra regioni più o meno ricche della stessa provincia; i progetti idroelettrici nelle zone povere potrebbero non ottenere quindi il sostegno dei crediti, visto che ci sono tariffe maggiori in zone maggiormente sviluppate della stessa provincia. Hession ha poi precisato gli obiettivi più immediati del progetto: “Si possono stabilire tariffe su altre basi o caso per caso. Il mercato è bloccato perché non esiste nessuna linea guida su quali potrebbero essere gli approcci alternativi”.