La qualità dell’aria sarà migliore, i costi dell’energia si ridurranno, si utilizzerà una fonte energetica rinnovabile e con il nuovo impianto saranno possibili nuovi e continui controlli per monitorare le emissioni e la qualità dell’aria. Queste sono, in estrema sintesi, alcune delle principali caratteristiche che accompagnano e giustificano l’investimento che il comune di Casola Valsenio assieme a Senio Energia intendono realizzare in tema di produzione energetica nel comune collinare.
Alla luce di alcune perplessità e riflessioni tecniche nate in paese in questi giorni il sindaco Giorgio Sagrini sostiene come “Casola Valsenio, per stare ai dati dell’Arpa, è il comune della provincia di Ravenna con la migliore qualità dell’aria. E vogliamo che continui ad avere questo invidiabile primato anche in futuro. Con la realizzazione della caldaia a legna per riscaldare gli edifici pubblici – afferma il primo cittadino – oltre ai benefici economici, si ridurranno le emissioni di polveri in atmosfera. Dagli attuali 13 impianti di riscaldamento di edifici pubblici se ne realizzerà uno solo di 1 MW di potenza, inferiore alla somma delle singole caldaie attuali. Si avrà, così, più efficienza e minori consumi”.
Se è vero che sugli impianti attuali (5 a gasolio e 8 a gas metano) oggi non risulta esserci nessun sistema di abbattimento dei fumi. “Domani, nella nuova caldaia a legna ci saranno continui e regolari controlli, perché l’attenzione per la salute dei cittadini è uno dei doveri principali di una pubblica amministrazione. L’impianto – continua Sagrini – non solo sarà costantemente monitorato, ma sarà dotato di un doppio sistema di abbattimento dei fumi, con un evidente miglioramento rispetto alla situazione attuale. Avremo – e pretenderemo – dati costanti, che saranno resi pubblici e verificabili da chiunque, con maggiore frequenza di quanto accade oggi con i normali rilevamenti sulla qualità dell’aria”.
Il progetto prevede che con l’entrata in funzione della nuova caldaia a legna siano dismesse 5 caldaie a gasolio, che ogni anno bruciano oltre 50.000 litri di combustibile fossile. Azzerando, in concreto, le emissioni stesse di quegli impianti
Ma c’è un altro aspetto da considerare che preme sottolineare a Sagrini. “Nella nuova caldaia – afferma – produrremo calore con una risorsa, la legna triturata (cippato), che è naturale e locale, che darà vantaggio ai nostri produttori agricoli, e non ai petrolieri o a chi controlla il mercato del gas in Russia e in Algeria.Riscalderemo gli edifici pubblici con un materiale rinnovabile e inesauribile, mentre gas e petrolio non sono né rinnovabili né inesauribili”.
Infine considerazioni vengono fatte sulla localizzazione della centrale. “Per quanto riguarda la collocazione della struttura – conclude Sagrini – che conterrà la caldaia e il silos per il cippato (in tutto m. 13 x 8, di fianco alla palestra comunale), è stata scelta un’area pubblica e la più vicina possibile agli edifici da riscaldare; è una collocazione analoga a quella scelta in tutti gli altri paesi e località di collina e montagna di Austria, Lombardia, Trentino, Piemonte, Veneto, Friuli, che da anni si sono dotate di caldaie simili a quella che verrà realizzata a Casola. Anzi, quella di Casola sarà ancora più moderna e efficiente di quelle attualmente in uso e alimentate a cippato. In definitiva noi pensiamo che il futuro della nostra comunità sia nell’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili. E la legna vergine, quella dei boschi, è una fonte rinnovabile che, come in passato ha riscaldato la nostra gente, lo potrà fare anche in futuro. Con vantaggio per tutti e – con i mezzi tecnici di oggi – con una maggiore attenzione alla salute e all’ambiente”.