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Carburanti dal sole

La tecnologia del solare a concentrazione da oggi “ricicla” l’anidride carbonica e la trasforma in carburante

Un gruppo di ricercatori del Laboratorio Nazionale di Sandia (i Sandia National Laboratories sono laboratori di ricerca del Department of Energy degli Stati Uniti, localizzati ad Albuquerque, nel New Mexico, ed a Livermore, in California), coordinato da Rich Diver e da Ellen B. Stechel, completerà entro il prossimo anno la realizzazione di un dispositivo, oggi in fase di prototipo dopo oltre un anno di studi ed esperimenti, che sfrutta l’energia solare catturata tramite concentratori al fine di convertirla in carburante. Il processo riconverte l’energia chimica dell’anidride carbonica in monossido di carbonio utilizzando appunto l’energia della radiazione solare. Il monossido di carbonio in questo modo può ulteriormente essere utilizzato per produrre idrogeno o, in alternativa, può costituire la materia prima di partenza per la sintetizzazione di un combustibile liquido, per esempio metanolo o benzina, diesel e carburante per i reattori di aerei jet. Il dispositivo, denominato Counter Rotating Ring Receiver Reactor Recuperator (CR5), tradotto grossolanamente e sinteticamente in “Recuperatore di rotazione del reattore”, rompe il legame carbonio-ossigeno dell’anidride carbonica per formare monossido di carbonio e ossigeno in due momenti ben distinti. Ruolo fondamentale di tutto il processo di conversione dell’anidride carbonica in combustibile è rivestito dalla luce solare, per questo i ricercatori hanno battezzato questo metodo “Dal Sole al Petrolio” (Sunshine to Petrol, S2P). Ellen B. Stechel afferma che da tempo i ricercatori dichiarano la possibilità teorica, in futuro, di “riciclare” l’anidride carbonica, e che sono addirittura giunti a realizzare un intero ciclo di riciclaggio, ma tecnicamente ed economicamente il processo è tutt’altro che vantaggioso e non avrà per questo grande futuro. Il lato affascinante della scoperta risiede nel fatto che il carburante così ottenuto può essere utilizzato per due volte, prima come carburante appunto, poi ritrasformato. La chimica alla base dei processi costitutivi del sistema risulta molto efficiente, funzionando a cicli multipli senza perdite ed in tempi brevissimi. Inoltre, una volta trasformato in monossido di carbonio, il carburante risulta facilmente trasportabile in condotti superficiali o sotterranei.

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