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Carbone: obiettivo zero emission

Un incontro per mettere a confronto i diversi protagonisti del mondo dell’industria e della ricerca operanti nel campo delle tecnologie CCS in Italia, e favorire la definizione di un’azione comune a livello nazionale

Si è tenuto oggi a Roma il workshop dell’Enea “Carbone: obiettivo zero emission”. All’apertura dei lavori il presidente dell’Enea, Luigi Paganetto ha confermato l’intenzione dell’ente di partecipare ai piani di realizzazione dei 10-12 impianti pilota indicati dalla UE, di sviluppare soluzioni che potranno essere esportate in paesi ricchi di riserve di carbone, come Cina e India, e di collaborare con l’Enel e altre società attive nel settore. Il responsabile ricerche e sperimentazione di Enel ricerca, Pietro Barbucci, ha illustrato gli obiettivi dell’Istituto nelle sperimentazioni relative alla cattura e confinamento totale o parziale della CO2 (o CCS, Carbon Capture and Storage), confermando l’intento dell’azienda di continuare la fase di sviluppo ed arrivare alla dimostrazione a Brindisi nel 2010. “Dal punto di vista tecnologico, i progetti di cattura e iniezione in sotterranea della Co2 sono fattibili — ha affermato Barbucci — la sfida è ora sulla riduzione dei costi e sulla possibilità di avere finanziamenti pubblici per la fase di start-up”. Come è emerso dai lavori del CSLF (Carbon Sequestration Leadership Forum) e della piattaforma europea ZEP (Zero Emission Power plants), le tecnologie per la cattura e l’iniezione in sotterranea di Co2 sono oggetto di attività di ricerca in tutto il mondo ed è ormai considerata matura e indispensabile la fase della dimostrazione degli impianti a emissioni zero o “near zero emission” con l’obiettivo di dimostrare la fattibilità tecnico-economica ed allo stesso tempo la sicurezza dello stoccaggio e la sua stabilità nel tempo. Per Marcello Capra, membro della segreteria tecnica del ministero dello Sviluppo e delegato italiano del gruppo “Piattaforma zero emission”, non è possibile che “i costi siano scaricati sui chilowattora ma occorre pensare a una riforma del sistema di emission trading”. (Fonte Prima)

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