Per garantire uno sviluppo su larga scala dell’eolico marino, anche in vista degli obiettivi per il 2020 sulle energie rinnovabili, il Governo Britannico deve puntare ad installazioni più vicino alla costa. Così si possono riassumere i risultati del nuovo studio “Offshore wind: big challenge, big opportunity”, a cura della Carbon Trust, l’organizzazione UK fondata per aiutare le istituzioni pubbliche e quelle economiche a ridurre le loro emissioni di gas serra e sfruttare le opportunità commerciali connesse a tali attività. Secondo il rapporto l’ubicazione dei parchi eolici marini ad una distanza inferiore di 19 chilometri permetterebbe di ridurre i costi d’istallazione del 20%, favorendo gli investimenti e rendendo possibili progetti per una realizzazione più rapida. L’invito rivolto dall’ente al governo londinese è quello di rivedere la strategia programmata finora, eliminando le barriere amministrative, pianificando lo sviluppo della rete di distribuzione, incrementando i finanziamenti per ricerca e sviluppo e rivedendo gli attuali incentivi destinati a questa fonte. Tenendo conto di tutti questi fattori il Regno Unito potrebbe ottenere un risparmio pari a 30 miliardi di sterline e faciliterebbe il raggiungimento di 29 GW da qui al 2020. Sia l’industria di settore e che i gruppi ambientalisti hanno accolto con favore la relazione, con l’invito tuttavia alla cautela, da parte di quest’ultimi, per gli ovvi problemi che una “deregulation” nel posizionamento delle turbine potrebbe avere sugli ecosistemi costieri. E a ritenerla interessante anche il ministro britannico per Energia e Clima Mike O’Brien che ha già dichiarato che le conclusioni del rapporto saranno tenute in conto nella strategia sulle rinnovabili che il governo renderà nota in primavera.