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Car-sharing su scala europea? Arriva il progetto Momo

In tema di car-sharing l’Europa fa sul serio. Le città del Vecchio Continente, congestionate dal traffico e oppresse dall’inquinamento, hanno bisogno di realizzare una mobilità più efficiente e pulita.
In linea con gli indirizzi delineati dal Libro Verde, adottato dalla Commissione europea nel 2007, i servizi di car-sharing, che consentono la fruizione in sequenza di uno stesso veicolo a più persone dietro pagamento del servizio, concorrono ad affrontare la sfida, posta dallo sviluppo sostenibile, per rendere conciliabili crescita economica, accessibilità del territorio, qualità della vita e tutela ambientale.
In quanto alternativa al trasporto individuale privato basato sulla proprietà del mezzo il car-sharing ha infatti un impatto sull’ambiente urbano riducendo i veicoli in circolazione e gli spostamenti non necessari così da liberare spazio pubblico destinato di norma alla sosta auto e diminuire costi, consumo di energia ed emissioni pericolose.

*Progetto Momo*

Conformemente a questo ordine di idee nasce il “progetto Momo”:https://www.momo-cs.eu/, acronimo di more options for energy efficient mobility through car-sharing, proposto nell’ambito del programma Energia Intelligente – Europa (IEE) come strumento utile a rafforzare la soluzione dell’auto condivisa.
L’iniziativa, coordinata dalla città di Brema, coinvolge 8 paesi e 14 partner consorziati (comuni, operatori del settore, istituti di ricerca) e ha una durata triennale (2008-2011) avendo a disposizione un budget di 2.693.644 euro.
Suoi principali obiettivi quantitativi sono la creazione di 20.000 nuovi car-sharers in Europa con l’introduzione ex novo del servizio in alcuni Stati membri (Grecia, Repubblica Ceca), la sostituzione di 3.500 vetture inquinanti, un target di efficienza energetica pari a 60.000 GJ nonché l’eliminazione di 6.000 tonnellate di CO2 all’anno. Più in generale, si punta a diffondere la conoscenza del car-sharing, a trasferire know how e best practices, ad ottimizzare i processi produttivi, a stabilire linee guida per avviare e ottenere una maggiore eco-efficienza delle attività e a infondere una cultura innovativa della mobilità fondata sull’utilizzo e l’integrazione tra differenti modalità di trasporto pubblico e privato.
Riguardo all’ultimo aspetto particolare attenzione è riservata alle strategie di potenziamento di intermodalità e comodalità in cui ciascun modo di trasporto riesce ad essere armonizzato in un senso più favorevole all’ambiente, più sicuro e più efficiente da un punto di vista energetico. In questo quadro è previsto il collaudo di una multi-modal mobility card.
Il progetto è stato strutturato in dieci diversi pacchetti di lavoro (workpackages), cinque di tipo orizzontale mentre la restante parte specificamente rivolti al mercato e di natura prettamente operativa.

*Il ruolo dell’Italia*

In Italia riferimento e partner di Momo, insieme ad Enea, è il Ministero dell’Ambiente che risulta peraltro in veste di co-finanziatore con una quota del 25%. Anche Iniziativa Car Sharing partecipa all’operazione in qualità di subcontractor.
Nell’ambito del progetto l’Italia contribuisce all’attuazione di sei workpackages. Oltre al processo di disseminazione l’apporto del nostro paese consiste nell’elaborazione di uno schema di interoperabilità valido a livello comunitario grazie a cui un utente tramite unico contratto può usufruire dei servizi di tutti i gestori associati in network, e nell’implementazione di nuovi servizi di car-sharing. Formule innovative di short-term rental point e di car-free housing saranno avviate e messe in opera. Inoltre, verrà sperimentato un sistema di carte prepagate e attivato il servizio nelle aree a domanda debole.
Enea, da parte sua, è impegnata nello sviluppo della metodologia di valutazione degli impatti del car-sharing su scala continentale in termini di risparmio energetico, minori emissioni e maggior uso del trasporto pubblico con l’allestimento di un tool dedicato.

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