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Capone interviene su casi di lavoro nero nel settore fotovoltaico

La vicepresidente e assessore allo Sviluppo economico, Loredana Capone, interviene sul caso denunciato in provincia di Lecce per quanto riguarda il lavoro nero nel settore delle installazioni di impianti fotovoltaici. Secondo la Capone “Il caporalato e lo sfruttamento del lavoro nero sono crimini odiosi che, purtroppo, nella nostra Regione hanno una diffusione vastissima, soprattutto in alcuni settori, quali l’agricoltura e l’edilizia. Si tratta di fenomeni radicati, come indicano i più importanti studi e ricerche, che trovano spesso le loro radici nella condizione di sofferenza e di disagio vissuta da coloro i quali sono privi di occupazione e reddito, spesso migranti privi di tutto; una condizione di cui è facile approfittare per criminali privi di scrupoli”. “Proprio per aumentare la attività di contrasto nei confronti di questo fenomeno, la Regione Puglia – aggiunge – che pure non ha alcun potere di vigilanza, totalmente in capo allo Stato alla luce del riparto di competenze operato dalla Costituzione – negli ultimi anni si è dotata di una legge contro il lavoro sommerso ed ha compiuto uno sforzo straordinario attraverso convenzioni con i principali organi di controllo volte ad incentivare ispezioni e sanzioni”. Che ci si accorga del problema solo perchè una azienda del settore fotovoltaico ha impiegato lavoratori in condizioni di illegalità è paradossale; che da ciò si intenda dimostrare l’assunto che il sommerso ed il lavoro nero sono un problema di tutto il settore dimenticando la drammatica situazione generale. “Occorre – continua – sanzionare duramente eventuali comportamenti scorretti delle imprese in ogni caso di lavoro nero e di caporalato. Nessuno deve poter utilizzare impunemente lavoratori in nero, sfruttandoli e mettendo a rischio la loro sicurezza in ogni settore”. “Ma – secondo la Capone – non si può compromettere un intero settore come il fotovoltaico parlando indiscriminatamente di comportamenti scorretti: questo danneggia anche le imprese oneste che rispettano il lavoro e l’ambiente. In gran parte infatti le irregolarità si riferiscono alle aziende che lavorano su impianti sottoposti alla sola Dia, la dichiarazione di inizio attività, che meritano una sorveglianza più approfondita. In questo senso va il protocollo recentemente siglato dalla Regione con Anci e Upi proprio sulle energie rinnovabili. E in Regione abbiamo anche una legge sul lavoro nero che è stata considerata tra le migliori di Europa e che sarà applicata rigorosamente”. Dunque da parte della Capone da un lato l’invito a una “rigorosa repressione degli illeciti”, ma anche un invito a “non generalizzare per non colpire le imprese in regola quando ce ne sono pochissime, se non una che hanno deciso di infrangere la legge”.