Il cambiamento climatico potrebbe costare alla California decine di miliardi di dollari all’anno per i prossimi anni, se il livello del mare dovesse continuare a salire e le calde giornate californiane dovessero costringere i cittadini a sovrautilizzare i condizionatori. Lo afferma una bozza di rapporto dello stato americano pubblicato nei giorni scorsi. Tutto questo malgrado gli sforzi enormi compiuti dall’amministrazione della regione in questi anni, sul fronte del rispetto dell’ambiente e del risparmio energetico. Secondo lo studio l’innalzamento del CO2 presente nell’aria, che dalle 250 parti per milione all’inizio degli anni 2000 è ora schizzato ad oltre 360 parti per milione, potrebbe essere letale per alcune zone costiere del Golden State in meno tempo di quanto si possa ritenere, se non verranno prese misure ancora più drastiche di quelle fino ad ora in atto. Le città maggiormente esposte al caldo potrebbe acquistare acqua dagli agricoltori e le foreste ad altitudine elevata beneficerebbero per gran parte del secolo del clima più caldo, ma una visione a lungo termine del cambiamento climatico rende evidente come i costi sarebbero più alti del previsto. Molto dipende dall’esito della battaglia mondiale contro il surriscaldamento della Terra. “Il cambiamento climatico costerebbe alla California miliardi di dollari ogni anno”, si legge sul rapporto del Climate Action Team, aggiungendo che “i costi sarebbero sensibilmente minori se si riducessero le emissioni di gas serra”.
“Tutto considerato, oggi sono meno ottimista”, ha detto Michael Hanemann, economista, co-direttore del California Climate Change Center all’Università della California, Berkeley e uno degli autori del rapporto. Questo riassunto di 37 studi sul cambiamento climatico è l’ultima di una serie di pubblicazioni che gli stati americani più popolosi presentano ogni due o tre anni, aggiungendo sempre ulteriori dettagli: “Come si può vedere nel dettaglio, la situazione sta peggiorando”, ha detto Hanemann in un’intervista telefonica. La California si è trovata suo malgrado ad essere un gigantesco laboratorio di osservazione sul campo degli effetti già in atto del riscaldamento globale, ma il futuro sembra essere ancora più problematico.
Secondo il Pacific Institute nell’ultimo secolo il livello del mare lungo la costa della California è aumentato in media di 8 pollici e 2 milioni e 600 mila californiani vivono già in aree a rischio di alluvioni che attualmente sono protette da argini e dighe. Un aumento di 1,4 metri porterebbe la popolazione a rischio a 480 mila persone, 1900 chilometri di strade e autostrade sono già rischio e secondo le proiezioni finirebbero sotto il livello del mare 3.500 miglia di strade.
Per questo motivo lo Stato californiano è da diversi anni uno degli stati Usa in prima linea nella lotta al cambiamento climatico, con obiettivi importanti come il taglio delle emissioni di carbonio entro il 2020, fino a giungere ai livelli del 1990. Un obiettivo che la legislazione federale potrebbe estendere a tutta la nazione. Ma questo evidentemente non è abbastanza. Secondo molti esperti per evitare inondazioni ed erosioni della costa il Golden State si troverebbe a dover ricollocare quasi 500.000 persone con la distruzione di 100 miliardi di dollari di proprietà private e danni incalcolabili alle strutture pubbliche la scomparsa delle sue famose spiagge. Le proposte per contenere la catastrofe sono dolorosamente radicali: stop allo sviluppo costiero nelle aree a rischio di aumento di mare; prendere in considerazione il graduale abbandono di alcune aree; bloccare le sovvenzioni federali per l´assicurazione di proprietà che potrebbero essere inondate; costruzione di nuove strutture costiere per adattarsi al cambiamento climatico. Il governatore della California Arnold Schwarzenegger, che vuole che i cittadini approvino miliardi di dollari di bond per finanziare i progetti idrici