Rinnovabili

Buriasco: dal letame si ricaverà energia elettrica

Un recente rapporto diffuso dalla Fao riferisce che il 18 per cento delle emissioni di gas serra nell’atmosfera sono di origine animale, in particolare dalle deiezioni bovine, ricche di protossido d’azoto e di metano che si liberano nell’aria. Constatazioni preoccupanti visto il proliferare di allevamenti sempre più intensivi di animali da carne e vacche da latte.
Progetti innovativi per ovviare a ciò sono stati sperimentati in Paesi del Nord Europa. Si stoccano grandi quantità di liquami e letame bovino e li si libera dal metano e dal protossido d’azoto col doppio vantaggio di avere meno danni per l’atmosfera e di usare il metano per produrre energia e l’azoto per l’industria chimica. Il letame rimasto, che non puzza più, lo si interra come fertilizzante nei campi.
Tutto questo avrà presto una concreta realizzazione anche in quel di Buriasco, regione Canali. “Bio canali energy” è una società sorta da qualche mese a Buriasco, con capofila l’azienda agricola di Silvano Galfione e che già raggruppa in consorzio una ventina di stalle per un totale tra 1.500–2.000 capi bovini. Le deiezioni di questi animali verranno fatte confluire in enormi cisterne a tenuta stagna dell’impianto e liberate dai gas.
Spiega Andrea Chiabrando, progettista della “Sta Engineering” di Pinerolo che segue il progetto: «Ci stiamo lavorando da quasi due anni. Abbiamo prima visitato impianti già funzionanti in Europa, poi contattato progettisti europei nell’ambito delle energie rinnovabili ed oggi proponiamo a Buriasco un impianto di digestione anaerobica di biomasse agricole (reflui zootecnici, sottoprodotti agricoli, insilati) capaci di produrre ogni anno 16 milioni di kw/ora di elettricità. A questo s’aggiunge l’abbattimento degli odori e dell’emissione di metano in atmosfera per circa 800 t/anno. In termini energetici c’è un risparmio di 1.900 t/anno di petrolio e 13.000 tonnellate di anidride carbonica in meno nell’atmosfera. Il letame inodore che rimane verrà ritirato dalle stesse stalle che l’hanno conferito ed utilizzato per concimare i campi».
Tema caldo in questi mesi a Buriasco è il sottrarre terreno fertile alla coltivazione agricola per l’insediamento di impianti (vedi discarica). Prosegue Chiabrando: «Un approccio volto ad evitare consumo permanente di terreno agricolo prevede che il terriccio rimosso nella realizzazione della struttura venga conservato su appezzamenti limitrofi e ripristinato, e quindi riutilizzabile per l’agricoltura, qualora dopo 15 anni, che è la durata prevista dell’esercizio dell’impianto, questo venga smantellato». Il ritorno economico dell’investimento, non meno di 5–6 milioni di euro, è assicurato dai “certificati verdi”, ovvero l’energia che l’Enel è obbligata ad acquistare con una remunerazione maggiore di quella che si ottiene dalle centrali tradizionali, per giungere entro il 2008 alla produzione del 2 per cento del fabbisogno energetico nazionale da energie rinnovabili. La realizzazione e l’entrata in funzione della centrale è prevista entro la fine dell’anno. «Con il Piano finanziario già approvato – riferisce il capocordata, Silvano Galfione –. In sei-sette mesi è possibile realizzare la struttura. Anche la Provincia, che ci deve rilasciare l’ok definitivo, pare non abbia riserve, anche perché a fine dicembre 2007 la Regione, nell’approvare la graduatoria dei migliori progetti dimostrativi in campo energetico ambientale proposti in Piemonte nel 2007, ha collocato il nostro al terzo posto, finanziandolo con un contributo di 400.000 euro».

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