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Brasile: tra 18 mesi etanolo di 2a generazione in commercio

La produzione di etanolo in Brasile riveste un ruolo importante nel mercato nazionale, tanto da aver fatto gola anche all’azienda petrolifera statale Petrobras intenzionato ad entrare nel settore attraverso un intenso programma di investimenti per raffinerie a Rio de Janeiro e dintorni. Ma le continue polemiche a proposito della produzione a partire da generi alimentari (e nel caso brasiliano da canna da zucchero) sembrano aver cominciato a dare i propri frutti convogliando le ricerche sulla famigerata “seconda generazione”. E così è stato annunciato da Pedro Luiz Fernandes, presidente per l’America Latina della Novozymes, che tra un anno e mezzo l’etanolo ricavato dai residui vegetali e quindi a basso costo, sarà pronto ad entrare in commercio ed essere esportato. “Siamo già arrivati a quello che possiamo definire la ‘mistura ottima’, la formula ideale per estrarre glicosi dal materiale cellulosico”, ha dichiarato Fernandes, secondo il quale l’etanolo di cellulosi sarà “molto meno caro” di quello attuale. “Con la quantità di biomassa di cui dispone, il Brasile sarà il player mondiale del futuro in questo tipo di combustibile – ha aggiunto il dirigente della Novozymes, maggior produttore mondiale di enzimi industriali – Con questa tecnologia, nella quale siamo all’avanguardia nel mondo, il Brasile potrà triplicare la produzione di etanolo senza bisogno di occupare nuove aree agricole. Basterà utilizzare i resti della produzione agricola attuale. I residui di canna da zucchero, per esempio, contengono ancora un terzo dell’energia potenziale della pianta”. E la Petrobas non si è fatta scappare neanche questa occasione, siglando fin da subito un accordo con Novozymes e il Centro statale di Tecnologia della Canna da zucchero (Ctc) per la commercializzazione dell’etanolo ottenuto con la nuova formula.

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