(Rinnovabili.it) – Il governo del Brasile ha lanciato il Programma Nazionale per l’olio di palma, con l’intento di utilizzare la materia prima per la produzione di biodiesel e di assicurasi per i prossimi anni lo scettro di più grande produttore di combustibile rinnovabile.
Una misura che sarà però votata alla sostenibilità, come spiega lo stesso presidente Luiz Inácio Lula da Silva, avendo intenzione di concentrare le colture nelle vaste aree dell’Amazzonia che la deforestazione ha portato all’inaridimento.
Il *programma per la produzione sostenibile dell’olio di palma* è una novità all’interno del panorama politico del paese, ben visto anche dal ministro brasiliano dell’Ambiente Izabella Teixeira che ha voluto sottolinearne l’unicità rispetto agli altri programmi mondiali; l’utilizzo di zone degradate e disboscate come aree da impiegare per interessi economici ha il pregio di evitare la distruzione di boschi e foreste per la creazione di nuove piantagioni destinate alla produzione di biodiesel. “La crescita sostenibile e la protezione dell’ambiente è una priorità nazionale per il Brasile”, ha dichiarato il ministro.
Oltre a permettere ai contadini di sfruttare terreni disboscati a bassa produttività attraverso la modifica di leggi relative alla zonizzazione, il programma dà esplicito divieto agli agricoltori di danneggiare le foreste per coltivare palme. Attualmente i brasiliani producono olio di palma su 70.000 ettari di terra, coprendo meno della metà della domanda del paese, il che significa che la maggior parte di esso deve essere importato dall’estero, dove le pratiche di coltivazione a scopo non alimentare sono state ampiamente criticate. Secondo il piano proposto, 31,8 milioni di acri sarebbero disponibili a seguire tali linee guida conferendo alle foreste il vecchio aspetto rigoglioso.
La crescita delle piantagioni sostenibili in Brasile si spera risulti un incentivo per gli agricoltori affinché procedano al recupero delle zone degradate visto che attualmente la legge prevede che una percentuale che oscilla tra il 20 e l’80% dei terreni venga coltivato con piante autoctone e, grazie all’aumento della piantumazione di palme da olio, si seguiranno gli obblighi di legge dando all’economia un periodo di prosperità che si spera possa giovare al Brasile e ai suoi abitanti portando all’aumento di posti di lavoro e togliendo dal commercio illegale numerosi sudamericani costretti dalla povertà ad una dubbia condotta di vita.