(Rinnovabili.it) – Da quando il Cile ha annunciato pubblicamente di voler sviluppare il proprio potenziale geotermico in collaborazione con la vicina Bolivia, il settore energetico è entrato in fermento. Per le 20 concessioni esplorative del bando di gara aperto lo scorso martedì sono già state presentate 70 offerte da parte di tredici aziende, tra cui l’unità cilena di Enel SpA. Un interesse inaspettato ma subito ben accolto dal ministro dell’Energia Ricardo Raineri. “Siamo piacevolmente sorpresi del grande richiamo d’attenzione che questa gara ha ricevuto. Ciò dimostra che lo sviluppo della geotermia ha un futuro promettente”, ha affermato Raineri. E il governo cileno non poteva sperare di meglio dal momento che nel piano energetico nazionale la voce geotermica è stata inserita nel mix elettrico con grandi aspettative al seguito. Il ministro ha ricordato che lo sviluppo dell’energia geotermica è parte degli sforzi governativi per garantire un sicuro approvvigionamento energetico all’industria mineraria locale. La metà ufficiale è ambiziosa: raggiungere entro dieci anni 1 GW di elettricità pulita sfruttando il calore intrappolato sotto la superficie cilena. Quasi tre quarti delle nuove concessioni geotermiche sono situate nel nord arido del Cile, dove si trova per l’appunto la stragrande maggioranza delle industrie di rame attualmente in pieno boom lavorativo. Il ministro ha anche annunciato che, in collaborazione con il ministro boliviano degli Idrocarburi Luis Fernando Vincenti, è stato deciso di creare un gruppo di lavoro che, oltre ad individuare le aree in cui i due Paesi potranno sviluppare i relativi progetti, si concentrerà sulla condivisione delle esperienze in merito alle attività di esplorazione e di sfruttamento.