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Boom delle rinnovabili in Bulgaria ma…

(Rinnovabili.it) – La Bulgaria sta vivendo un vero e proprio boom nel settore delle energie rinnovabili sulla spinta dall’impegno assunto dal governo di raddoppiare entro il 2020 il consumo di energia elettrica da fonti alternative. Una situazione apparentemente ottimale se non fosse per alcune criticità non di poco conto e di cui ora Sofia sta prendendo atto. In pochi anni il numero di progetti verdi è letteralmente esploso, complici gli attraenti incentivi, passando da una capacità vicina allo zero a 12.000 MW di impianti eolici, solari e piccole stazioni idroelettriche. Il pericolo, avvertono gli esperti, è che tutto ciò scateni un afflusso di investimenti inadeguati capaci di addurre all’ambiente più danni che benefici. Innanzitutto per l’inadeguatezza della rete elettrica che renderebbe impossibile gestire un tale quantitativo di energia ed in secondo luogo perché molti dei progetti previsti non saranno mai effettivamente portati a termine per la mancanza di finanziamenti.
Per arginare la situazione il ministro dell’Economia e dell’Energia Traicho Trajkov ha imposto una moratoria di un anno mezzo su ogni nuovo prospetto. “Per questo spettacolo sono stati venduti troppi biglietti”, ha dichiarato il ministro. “Abbiamo bisogno di riordinare il settore”. La sospensione darà tempo al governo d’ottenere l’approvazione per un piano nazionale per lo sviluppo di energie rinnovabili entro il 2020, ha aggiunto Trajkov, rendendo le autorità in grado di selezionare i progetti con un sicuro appoggio finanziario. Ma soprattutto darà modo di ridurre i danni alla Via Pontica lungo Mar Nero, percorso migratorio degli uccelli e luogo privilegiato per la costruzione di parchi eolici, per la quale la Commissione europea ha avviato una procedura d’infrazione lo scorso anno contro la Bulgaria per aver consentito la l’istallazione di turbine eoliche nella zona.

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