Si apre oggi in Germania il primo appuntamento ufficiale dell’Unfccc del 2010 per i negoziati climatici, tappa mediana fra la Conferenza di Copenhagen di dicembre 2009 e l’appuntamento a Cancun, Messico, del prossimo novembre. I delegati di 175 Paesi, dunque, si ritrovano da questa mattina a Bonn per una tre giorni che vuole innanzitutto rinnovare lo slancio verso un trattato internazionale contro il riscaldamento globale dopo le battute d’arresto registrate al vertice danese. Il più grande summit della storia ambientale fu salvato dal collasso totale nelle sue ultime ore da un frenetico round diplomatico guidato dal presidente Barack Obama e da poche decine di altri capi di governo e, confrontando promesse e risultati messi nero su bianco, si può affermare che abbia lasciato a molti l’amaro in bocca. Il vertice di Copenaghen, ricordiamo, ha prodotto un documento di tre pagine in cui si promette un rapido aiuto finanziario ai paesi poveri più vulnerabili agli effetti del global warming limitando l’aumento della temperatura in questo secolo a 2 gradi Celsius rispetto alla media della prima età industriale, omettendo sia obiettivi vincolanti di riduzione dei gas serra per i paesi industriali, che la richiesta di limitare il previsto aumento delle emissioni alle economie in via di sviluppo.
“La riunione di Bonn è e sarà molto importante nella ricostruzione della stima verso tutto il processo per ristabilire la fiducia verso una strada da seguire che sarà aperta e trasparente da un alto ed efficiente dall’altro” ha dichiarato Ivo de Boer, segretario esecutivo dell’Unfccc.
Il compito principale dei negoziatori durante questo fine settimana sarà, quindi, quello di definire un calendario di colloqui per il resto dell’anno, evitando di incappare nel pericolo sempre aperto che il dibattito si trasformi in un giro di recriminazioni.
Nonostante la fretta che ha caratterizzato la definizione dell’incontro tedesco sembrano diffuse la convinzione e l’impegno nella definizione di un gruppo di lavoro che sia in grado di formulare la road map necessaria per arrivare alla riunione prevista per giugno con un chiaro ordine del giorno, che faccia affrontare i problemi più urgenti dando risalto alla necessità di redigere un documento alternativo al protocollo di Kyoto la cui scadenza è prevista dopo il 2012.
“Un obiettivo importante è quello di integrare gli orientamenti politici forniti dall’Accordo di Copenaghen nelle bozze negoziali dell’Onu che costituiranno la base per il futuro accordo globale”, ha dichiarato la Commissione sottolineando l’importanza di puntare a “decisioni concrete e ambiziose che possano ancorare l’Accordo di Copenhagen nel processo negoziale delle Nazioni Unite e affrontare le questioni in sospeso”, riconoscendo l’importanza dell’attuazione di programmi che siano di immediata attivazione tra cui i “Fast start”, impegni dì finanziari di rapido avvio che vadano a sostegno delle economie in difficoltà confermando il proprio impegno ad investire in questi processi la somma stimata in 4,2 miliardi di euro l’anno nell’arco dei prossimi tre anni (2010-2012).
Diviso in tre diverse giornate l’incontro di Bonn è stato organizzato per dare spazio ad eventi collaterali che metteranno in evidenza problematiche e gestioni delle emergenze. Tra gli appuntamenti quello organizzato dal Germanwatch per la focalizzazione delle metodologie e delle opzioni che andranno a regolare gli interventi finanziari a favore dei paesi in via di sviluppo, previsto per domani. Nella serata di svolgerà, invece, un focus sulla Clean Grid organizzato dall’Energy Research Center dei Paesi Bassi per la definizione di interventi di mitigazione a favore delle economie in difficoltà in collaborazione con NREL, PNUA, REC, il Joint Implementation Network ed Ecofys, impegnati nella definizione di interventi strutturali volti all’adozione di nuovi programmi low emission.
Di diversa concezione l’incontro della Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM) fissato per domenica, che sarà incentrato sulla possibilità di dare un volto nuovo alla politica climatica affidandoci a meccanismi di mitigazione e, nello stesso tempo, di adattamento al cambiamento climatico dimostrando, con esempi concreti, come questo nuovo sistema abbia riscosso successo in diverse occasioni.