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Bonaire, la 1° isola caraibica alimentata a vento e alghe

Un atollo nel cuore del mar dei Caraibi che vivrà interamente di energia sostenibile, entro la fine del 2009. Grazie alla combinazione di energia eolica-biodiesel potrà aggiudicarsi a pieno diritto il titolo di capitale del turismo sostenibile delle Antille

Gli appassionati di Scuba Diving la conosceranno come la migliore destinazione subacquea dell’Atlantico. Parliamo di Bonaire un’isola davanti al Venezuela, lontana dai Caraibi “di massa”, con un mare caldo ed accogliente ed un interno di lagune popolate di fenicotteri. Un paradiso naturalistico ma soprattutto ecosostenibile. Si, perché è dal 2006 che questa isola delle Antille olandesi sta portando avanti un programma di interventi mirati a renderla energicamente pulita. Il progetto prevede lo sviluppo di un sistema combinato ad energia eolica e a biodiesel, in grado di rifornire elettricamente ogni parte dell’atollo. La realizzazione dell’opera, che ha richiesto un investimento di quasi 40 milioni di dollari, è a cura di Evelop, un’azienda del gruppo Econcern, operante anche in Italia nel settore delle energie alternative e del risparmio energetico, in partnership con Enercon e Man. Nella joint-venture EcoPower Bonair BV, ha sottoscritto un accordo con Water and Energy Company of Bonaire per l’installazione di 13 aerogeneratori e una centrale elettrica a biocombustibile. La prima turbina eolica, costruita all’inizio del 2007 e che lavora a pieno regime già da cinque mesi, costituisce la “prova” tecnica per testare gli effetti dell’eolico sui costi dell’energia elettrica a Bonaire. Le successive 12 turbine saranno costruite sulla costa nord-orientale dell’isola, quella più esposta al vento ed ognuna potrà produrre da 0,8 a 0,9 MW, risolvendo in teoria il 40% del fabbisogno energetico dell’isola. La parte restante verrà prodotta dall’impianto a biocombustibile costruito sull’altro versante dell’isola: una centrale da 13 Mw, che partirà con l’alimentazione tradizionale a combustibile fossile, per sperimentare successivamente biodiesel ricavato da alghe e che entro due anni dovrebbe completamente alimentare la centrale.