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Biomasse, Legambiente a Zaia: Non cancellare la filiera corta

L’associazione ambientalista ribadisce l’importanza di reinserire il concetto di “filiera corta” nella bozza del Ddl sulle agroenergie

Introdotto nella legge finanziaria del 2008 ma non ancora applicato per mancanza del relativo decreto attuativo il concetto di filiera corta torna ora nelle parole di Legambiente, che, in riferimento alla coltivazione di biomasse, la definisce “indispensabile per numerose aziende agricole che hanno creduto nelle politiche di promozione dell’agroenergia nel nostro Paese”. Con questa motivazione, Legambiente ha inviato ieri una lettera al Ministro per l’Agricoltura Zaia, per ribadire la necessità di reinserire nella bozza di Decreto di legge per la produzione da biomasse di energia elettrica (di potenza inferiore ad 1 MW) attualmente in circolazione. “Molti imprenditori agricoli – spiega Legambiente – hanno creduto nella potenzialità delle biomasse investendo in tecnologia, know how, nuovi macchinari, attrezzature agricole e formazione professionale prima che le leggi agevolative fossero definite, dando fiducia a quanto previsto dalla legge, seppur in attesa del decreto attuativo” e l’obiettivo ora deve essere “non penalizzare i cerealicoltori che speravano di inserire nelle loro rotazioni agrarie colture oleaginose come il girasole, la colza e la Brassica carinata, già sperimentata in Sicilia e in gran parte del centro Italia”. Secondo Legambiente le filiere agricole che producono biomassa liquida, olio ed etanolo “si salveranno dalla chiusura dei loro impianti di potenza inferiore al MW, solo se nel decreto attuativo l’olio vegetale puro non modificato chimicamente sarà definito come biomassa e non biocarburante”. La lettera si conclude rinnovando al Ministro la disponibilità dell’Associazione a collaborare con i tecnici del Dicastero al fine di trovare la più vantaggiosa formulazione del decreto attuativo.