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“Biomasse, la commissione d’inchiesta va allargata”

Riceviamo e pubblichiamo – Prendo atto con piacere della richiesta del consigliere di maggioranza del Pd Bengasi Battisti, di istituire una commissione d’inchiesta forse oggi strumentale , ma senza dubbio giunta con forte ritardo, l’iniziativa mi trova completamente d’accordo e sin d’ora dò la mia piena disponibilità a parteciparvi.

Fare chiarezza sull’intera vicenda delle biomasse non è mai troppo tardi e suggerisco solo alcuni degli aspetti che sarebbe opportuno chiarire, a partire però dal 2005 quando il comune di Tuscania attraverso la passata amministrazione della quale faceva parte anche Giuseppe Brachetti in qualità di vicesindaco, ha dato il via libera di massima al progetto ed alla convenzione, a quando la successiva amministrazione Cappelli lo ha invece bocciato, per motivi non contemplati dalla legge vigente in materia e per questo ritenuti illegittimi dal Consiglio di Stato.

Rimanendo nel tema tanto caro alla sinistra delle fonti rinnovabili e considerato che l’eolico fa parte di queste ultime, visto che andranno a costituire il parco eolico di Piansano, attraverso l’installazione di 30 pali alti 130 metri per una potenza di 60 megawatt, e visti gli ultimi sviluppi della relativa vicenda, si propone di allargare la verifica della commissione d’inchiesta, anche alle modalità di approvazione e rilascio dell’autorizzazione unica alla costruzione ed esercizio del parco eolico di Piansano, il cui iter è durato solo pochissimi mesi, senza che nessuno della maggioranza rilevasse alcuna eccezione,circa la apparente mancanza di alcuni pareri fondamentali.

Sarebbe cosa giusta verificare il motivo per cui è stato organizzato dalla Provincia il Convegno di S. Martino al Cimino del 12 novembre 2007 sulle tema delle fonti rinnovabili, durante il quale in materia di biomasse vegetali, è stato ampiamente relazionato ,che usando solo il 9% della Sau (Superficie Agricola Utilizzata) del territorio provinciale, si avrebbe la completa sostenibilità di tali progetti.

A questo proprio il consulente della Provincia Ferdinado Suraci, (Eena) nella sua relazione ha sostenuto, che nel nostro territorio si potrebbero realizzare addirittura ben 43 megawatt di energia da biomasse vegetali attraverso la Filiera Corta, proprio l’esatto contrario di quanto espresso dal Consigliere provinciale Bengasi Battisti nel bocciare la sostenibilità del progetto motivandola così: “perché un impianto di quel tipo aveva necessità di quantità di biomasse incompatibili con il nostro territorio “.

Sarebbe opportuno chiarire con quale criterio e per quale motivo nelle Linee Guida (copiate per la gran parte da quelle della provincia di Asti) approvate d’urgenza il giorno prima di una delle tante conferenze dei servizi e precisamente quella del 7 febbraio 2008, sono stati stabiliti gli “Ambiti” territoriali per la potenziale produzione di biomasse, senza effettuare nessuna verifica preventiva in campo, ma utilizzando esattamente quelli riportati nella D.G. provinciale n. 311 del 28 agosto 2001, nella quale gli stessi “Ambiti” erano stati determinati avendo come scopo la “ Programmazione economica e Pianificazione del territorio” e non la producibilità di biomasse vegetali.

Sarebbe giusto conoscere i motivi che hanno spinto diversi dirigenti dell’dssessorato Ambiente, a valutare favorevolmente il progetto, e poi ad evitare il rilascio dell’autorizzazione , anche dopo che i vari Enti interpellati avevano espresso tutti i pareri favorevoli ( compreso l’ufficio tecnico del Comune di Tuscania).

Sarebbe opportuno conoscere i motivi per cui non è stata né negata, né autorizzata la costruzione di questo impianto da parte della Provincia, che invece ha preferito non ottemperare all’Ordinanza del Consiglio di Stato solo per motivi politici , trasferendo tutta la pratica al commissario ad Acta.

Sarebbe necessario conoscere le conseguenze di questa mancata ottemperanza nei confronti della giustizia amministrativa , che una Pubblica istituzione quale è la Provincia di Viterbo, non avrebbe mai dovuto commettere.

Sarebbe lecito andare a verificare quanto sono costati i vari ricorsi al Tar ed al Consiglio di Stato, tutti persi e chi pagherà le ulteriori spese legali necessarie per sostenere la causa pendente presso il Tribunale di Viterbo, per la richiesta di risarcimento dei danni, che forse dovrà subire la provincia .

In definitiva sarebbe opportuno verificare quanti soldi sono stati spesi dalla Provincia per sostenere quanto ritenuto invece insostenibile dal consigliere Bengasi Battisti.

Infine sarebbe opportuno conoscere quanti casi simili si sono verificati in Italia fino ad oggi.

Se si potesse dare una risposta a quanto sopra, forse le legittime perplessità del consigliere di maggioranza del Pd Bengasi Battisti sarebbero fugate una volta per tutte.

Francesco Battistoni
Consigliere provinciale FI verso il Pdl