(Rinnovabili.it) – Anche i rifiuti elettronici possono produrre energia. Come? Con il progetto di alcuni studenti dell’Università dell’Illinois a Urbana-Champaign, che unisce la pratica del riciclaggio alla produzione di biofuel da microalghe. Quando si pensa al recupero dei componenti elettronici, perlopiù si immagina un vecchio PC o un telefono cellulare venir smontati affinché si possa estrarre le parti in plastica e in metallo, successivamente fuse e riutilizzate. Ma per il team statunitense la parola riciclo associata all’e-waste ha assunto un significato del tutto differente. Gli studenti hanno così realizzato *Bio-Grow*, un dispositivo costituito da varie parti di computer che svolge la funzione di serbatoio per coltivazione delle alghe.
Il particolare il bioreattore è stato realizzato con le pareti di una CPU tower Apple G4, tubi in PVC e pannelli in acrilico per il sostegno strutturale. Il team ha utilizzato un computer Apple iMac CRT per emettere la luce e il calore necessari alle alghe e ha sigillato l’intera struttura con schiuma ad alta densità, che fornisce stabilità e isolamento.
Inoltre è stato impiegato anche un computer portatile Dell Latitude CPX modificato per consentire all’iMac CRT di accendere diversi spettri luminosi e di regolare la temperatura.
_”Il punto fondamentale del nostro progetto era l’essere in grado di unire due concetti diversi”,_ hanno spiegato gli autori. _”Utilizzare i rifiuti elettronici e risolvere la questione ecologica. Impiegando l’e-waste, si stanno dando una seconda vita a tutti questi componenti”._ E in più, si produce energia sostenibilmente. In definitiva, i ricercatori sperano che il loro dispositivo sia in grado di cambiare i giochi in tavola, aumentando la produzione e abbassando i costi per il biofuel di terza generazione, supportati da una previsione molto ottimistica: se solo il 6,5% degli americani impiegasse Bio-Grow, si potrebbero coltivare abbastanza alghe per sostituire completamente il petrolio con il biodiesel.