Il settore italiano dei combustibili alternativi va avanti ma non nasconde i segni di una certa sofferenza. Ad analizzare è lo scenario attuale istituzioni e rappresentanti del comparto
(Rinnovabili.it) – Soltanto due giorni fa il Piemonte ha inaugurato i lavori del “primo impianto di produzione”:https://www.rinnovabili.it/bioetanolo-di-ii-generazione-a-km0-in-italia-il-primo-impianto404108 di bioetanolo da biomassa di _Arundo donax_ a livello mondiale. Eppure sulla questione biocarburanti l’Italia soffre ancora degli effetti di un mercato incerto e distorto dove la concorrenza estera mette ancora più in difficoltà un comparto cha oggi nel belpaese stenta a decollare. Livelli bassissimi di produzione, impianti fermi e *rischio cassa integrazione per gli addetti del settore*: questo il quadro dell’industria italiana che è stato affrontato oggi presso la Sala Nassirya del Senato della Repubblica, in un confronto tra istituzioni e rappresentanti del settore. Settore che se nel 1996 poteva contare sulle sue prime 4 mila tonnellate ora vive un momento di stallo come ha ricordato il Pier Paolo Fraticelli di Eco Fox srl, “abbiamo elevato la produzione fino a sfiorare la soglia delle 200mila tonnellate ma oggi siamo costretti alla cassa integrazione dei nostri collaboratori, bisogna trovare un modo affinché le industrie possano arrivare alla terza generazione, non si possono bloccare ora”. La fiducia degli operatori non sembra mancare, almeno nelle parole di Paola Brancaccio Amministratore Delegato Oil.b S.r.l.: “continuiamo a credere e investire in questo settore, facciamo ricerca per reperire energie nuove e alternative ma senza un piano programmatico e dei decreti normativi è difficile proseguire a lavorare”. Sull’argomento è intervenuti anche il Sen. Cesare Cursi, Presidente X Commissione Industria Commercio Turismo del Senato dichiarando l’impegno della propria Commissione nella tutela di questo comparto e nel trasferimento di tali tematiche alle sedi competenti.
Tra i fattori penalizzanti per la filiera italiana – spiega il Direttore Generale Assocostieri Maria Rosaria Di Somma – un *mercato concorrenziale iniquo* e la mancanza di quell’aiuto dal governo necessario a competere con i biocarburanti internazionali. Gli fa eco l’Ing. Pier Giuseppe Polla Vice Presidente Assocostieri Unione Produttori Biocarburanti “siamo costretti a fermare le produzioni perché c’è un mercato distorto, la competitività argentina, malesiana e di altri paesi ci toglie il mercato anche se a livello industriale l’Italia è all’avanguardia. Negli anni a venire i biocarburanti saranno l’unica alternativa ai combustibili fossili utilizzati per i trasporti, che causano oltre il 20% delle emissioni di gas a effetto serra dell’Unione europea. Occorrerà far sì – conclude Polla che l’industria italiana dei biocarburanti assuma un ruolo più centrale in grado di contrastare il sempre più crescente fenomeno delle importazioni di biocarburanti da Paesi extra-ue, creare una stabilità a lungo termine di cui le imprese hanno bisogno per effettuare investimenti nel settore delle energie rinnovabili e ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e salvaguardare gli investimenti già programmati.”