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Biofuel dalle acque reflue, i risultati della Nuova Zelanda

Sfruttando le acque reflue per nutrire le alghe e grazie ad un processo di lavorazione che le trasforma in materia grezza per la produzione di olio, benzina, diesel, cherosene o bitume la Solray è diventata leader del settore del biofuel in Nuova Zelanda

(Rinnovabili.it) – La Solray Energy, leader nella raffinazione di alghe per la produzione di biocarburanti ha lanciato un nuovo sistema per convertire le acque di scarico in biocarburante.
Il processo è stato dimostrato durante l’inaugurazione dell’impianto di Christchurch, Nuova Zelanda, situato nei pressi di un ‘laghetto di ossidazione’ per il trattamento delle acque reflue.
Il progetto prevede di far crescere le alghe in bacini di profondità e di alimentarle mediante il biossido di carbonio generato dall’impianto e dalla luce solare.
Una volte giunte a maturazione le alghe vengono passate in un bioreattore che le trasforma in melma attraverso una serie di condutture che le trattano ad una temperatura di circa 400 gradi centigradi.
Il risultato è una sorta di carburante grezzo che successivamente può essere convertito in olio, benzina, diesel, cherosene o bitume.
Alla cerimonia di inaugurazione dell’impianto il ministro dell’Energia Gerry Brownlee ha dimostrato l’efficacia del nuovo biocarburante azionando un tagliaerbe.
Il progetto triennale è finanziato grazie ad un investimento pari a 1,5 milioni di dollari neozelandesi da parte della Solray e da due organismi pubblici Fondazione per la ricerca, Scienza e Tecnologia che ha provveduto a cedere la somma di 2,5 milioni e il National Institute of Water and Atmospheric Research (Niwa) partecipante con un investimento pari a 500mila dollari.