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Biocarburanti: l’UPB contro la proposta di Finanziaria 2010

I produttori di biodiesel manifestano la loro posizione su quello che ritengono essere un “ colpo di scure del Governo”

(Rinnovabili.it) – Il documento di Finanziaria 2010, attualmente in fase di discussione, prevede infatti una forte riduzione degli incentivi destinati al biodiesel ed al bioetanolo. Un emendamento riporta infatti che l’agevolazione prevista per il bioetanolo passi da 73 milioni di euro a 4 milioni di euro e la quota di biodisel ammesso ad accisa agevolata sia praticamente azzerata, passando da 250 mila tonnellate a 18 mila tonnellate, ed elevando l’accisa da 84 euro per mille litri a 423 euro.
La norma ha destato parecchie critiche, tra cui quelle dell’Unione Produttori Biodiesel (UPB), l’associazione aderente a Confindustria che riunisce e tutela i produttori italiani di biodiesel e che manifesta oggi la sua preoccupazione. Se approvato così il ddl – recita una nota stampa – “la misura causerà un blocco degli investimenti già pianificati dai produttori per il 2010 con conseguenze sui livelli occupazionali”.
“La mancata attenzione del Governo al settore dei biocarburanti – afferma l’associazione – riporterà l’Italia, una volta ancora, nella posizione di fanalino di coda in Europa in termini di immissione in commercio, a fronte di un’elevata capacità produttiva potenziale. Inoltre, una tale decisione dimostra scarsa sensibilità alla qualità dell’ambiente del nostro paese, già fortemente penalizzato dalle emissioni del settore trasporti che incidono pesantemente sul bilancio ambientale”.
Per l’UPB si tratterebbe di una strategia in aperta controtendenza rispetto alla direzione intrapresa dall’Europa che, per ridurre le emissioni climalteranti dei trasporti, stabilisce per i Paesi membri l’obbligo di immettere in consumo una percentuale di biocarburanti pari al 10% del totale entro il 2020.
“Il taglio di oltre il 90% del contingente agevolato, oltre a ledere un diritto introdotto dalla Legge Finanziaria 2007 e confermato dalla Commissione Europea, incide pesantemente sulla produzione nazionale, già esposta in maniera significativa alle importazioni di prodotto da paesi quali l’Argentina e il Canada”.
Pertanto l’Unione richiede la reintroduzione delle agevolazioni previste per l’anno 2010 e della percentuale di immissione obbligatoria in commercio pari al 4%, quale atto dovuto per il rispetto degli impegni assunti dall’Italia, sia a livello nazionale sia in sede europea.