Un team di ricercatori dell'Illinois ha condotto uno studio sulla fattibilità produttiva di colture da biocarburanti, individuando in tutto il mondo terreni merginali da adibire alla scopo.
(Rinnovabili.it) – Uno studio condotto da alcuni ricercatori dell’Università dell’Illinois, guidati dal Professore di Ingegneria Civile e Ambientale Ximing Cai, ha dimostrato la possibilità di produrre biocarburanti sui terreni disponibili, senza però compromettere le colture alimentari e i pascoli. Attraverso un’analisi dettagliata del territorio sono stati infatti individuati terreni, distribuiti in varie parti del mondo, da adibire alla coltura di erba per la produzione dei biocarburanti, con il minimo impatto e per l’agricoltura e per l’ambiente. Nello specifico il team di Cai ha raccolto una serie di dati sulla topografia, il clima e l’uso attuale del suolo, valutando in seguito la disponibilità dei terreni in base a caratteristiche riguardani le proprietà e le qualità del suolo, la pendenza del terreno e il clima della regione in analisi. I ricercatori hanno quindi focalizzato le loro ricerche su quei terreni marginali, con una bassa produttività intrinseca, abbandonati o degradati, o con una bassa qualità per usi agricoli. Utilizzando quindi un particolare modello di analisi, denominato “Fuzzy logic modelling”, si stima che circa 702 milioni di ettari di terra potrebbero essere adibiti alla coltura di biocarburanti di seconda generazione, come la verga o il miscanto. Nel caso in cui vengano invece considerate una classe di colture chiamati LIHD(ossia a basso impatto e ad alta diversità) la superficie stimata raddoppierebbe a quasi 1,107 milioni di ettari a livello mondiale, dimezzando in tal modo il consumo attuale di carburanti fossili.