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“Bigodini” subacquei per l’energia delle maree

Cresce progressivamente l’interesse nei confronti dell’opportunità energetiche offerte dalle correnti marine, e di pari passo si evolve la tecnologia delle turbine subacquee. Così, al fine di spingere ulteriormente avanti la frontiera tecnologica un gruppo di ingegneri di Oxford ha progettato, costruito e testato su scala un design che promette di essere ancora più potente ed efficiente di quelli finora realizzati. Si tratta di THAWT (Transverse Horizontal Axis Water Turbine) una turbina idraulica di seconda generazione ad asse orizzontale trasversale. Mentre a maggior parte dei generatori marini in via di sviluppo sono dispositivi a flusso assiale che ruotano perpendicolarmente alla direzione della corrente, la THAWT è costituita da un rotore cilindrico che rotola lungo attorno al suo asse (lavorando pertanto parallelamente allo spostamento dell’acqua). Il risultato è un’area sfruttabile più grande e poiché è stata studiata per essere bidirezionale è in grado di catturare l’energia delle maree sia in entrata che in uscita. Ogni unità, per cui si prevedono 12 MW di potenza, ha la possibilità di essere collegata ad un’altra come in un anello di una catena. Grazie alla meccanica meno complessa i progettisti assicurano inoltre che la turbina in questione ridurrà del 60% i costi medi di fabbricazione e del 40% quelli legati alla manutenzione. Le spese di istallazione – spiega Malcolm McCulloch, direttore del dipartimento di ingegneria elettrica a Oxford – ammonterebbero a circa 2,1 milioni di euro per ogni MW, contro i 3,7 milioni di euro di un sistema classico. Finora, il team universitario ha sperimentato con successo una versione di THAWT di 1 metro di diametro e 6 di lunghezza, ma il prototipo finale prevede di moltiplicare per dieci queste misure. Due generatori di questo tipo potrebbe produrre circa 12MW di energia elettrica, un quantitativo sufficiente a ben 12.000 abitazioni.

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