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Barroso: lo IET come polo tecnologico d’eccellenza

L’Europa in prima linea per battere la concorrenza di Usa e Giappone in campo tecnologico. Si chiama Istituto europeo di innovazione e di tecnologia (IET, ec.europa.eu/eit) e comincerà a operare quest’estate

Nella seconda lettura, il Parlamento Ue ha approvato ad ampia maggioranza la struttura e i finanziamenti dell’IET (Istituto europeo di innovazione e di tecnologia). D’accordo il Presidente della Commissione europea Barroso che ne ha evidenziato l’importanza per il fururo del progresso europeo. «L’istituto – ha sottolineato Il Presidente – è destinato a diventare un tratto distintivo fondamentale del panorama dell’innovazione in Europa. Esso agevolerà e migliorerà partenariati e cooperazioni tra il mondo degli affari, quello della ricerca e quello dell’istruzione superiore in tutta l’Unione europea, aiutando così a proseguire l’azione di spinta su lavoro e crescita in Europa nel futuro». Un’istituzione essenziale, a detta di tutti, per coordinare gli sforzi fatti in Europa sulla ricerca e l’innovazione, il nuovo istituto sarà al centro del cosiddetto «triangolo della conoscenza» in Europa, composto dai sistemi d’istruzione superiore, ricerca e innovazione. Tra le sue attività, quelle di agevolare le reti, la cooperazione e la creazione di sinergie tra le comunità dell’innovazione in Europa e soprattutto il trasferimento alle imprese, incluse quelle piccole e medie, dei risultati delle sue ricerche per l’applicazione commerciale. Il nuovo ente sceglierà gli istituti di istruzione superiore, le organizzazioni di ricerca, le imprese e le altre parti interessate con cui avviare delle partnership autonome chiamate «comunità della conoscenza e dell’innovazione». Eccellenza in termini di innovazione, capacità d’innovazione esistente e potenziale e capacità di garantire un finanziamento autosufficiente saranno i requisiti necessari per gli istituti che vorranno creare questi partenariati, che saranno legati allo IET sulla base di contratti specifici. Istruzione, formazione a livello di master e di dottorato in discipline chiave per la crescita economica, miglioramento delle competenze manageriali e imprenditoriali e mobilità dei ricercatori e degli studenti saranno le parole chiave per i partenariati lanciati. Le prime aree in cui saranno selezionate i partenariati da sostenere sono quelle delle energie rinnovabili e le tecnologie di informazione e comunicazione. Per finanziare l’ente (circa 2,4 miliardi di euro di budget per i primi sei anni) la Commissione europea ha stanziato circa 308 milioni, cui si aggiungono altre fonti pubbliche e private. Le «Comunità dell’Innovazione» saranno finanziate anche attraverso i programmi dell’Unione europea, come il settimo Programma Quadro per la Ricerca (dotato di oltre cinquanta miliardi di euro per i prossimi sei anni), prestiti e contributi della Banca europea per gli investimenti nonché lasciti, donazioni e contributi provenienti da individui, istituzioni, fondazioni o qualunque altro organismo nazionale. Anche i diritti sulla proprietà intellettuale contribuiranno a coprire le spese dell’Istituto, la cui sede sarà decisa dal Consiglio europeo. In pole position la città polacca di Wroclaw, la capitale ungherese Budapest e Monaco di Baviera.

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