In programma oggi la disposizione dei problemi organizzativi, amministrativi, finanziali ed istituzionali. Il segretario dell’Unfccc, Yvo de Boer, esprime il suo ottimismo per le due settimane di negoziati che attendono i delegati
E’iniziata stamattina, la seconda giornata della XIII Conferenza internazionale sul clima organizzata dalla Convenzione quadro sul cambiamento climatico dell’Onu (Unfccc). Il summit si è aperto ieri con la nomina del ministro dell’ambiente indonesiano, Rachmat Witoelar a presidente della tredicesima Conferenza delle parti (Cop13). Witoelar chiede «un’applicazione più chiara e più trasparente del protocollo di Kyoto possa essere accettata nel corso di questa riunione» nella speranza che da Bali esca una road map per la lotta al cambiamento climatico che dia le linee per rimpiazzare il Protocollo di Kyoto che terminerà nel 2012, e che comprenda tra le altre cose «un nuovo impegno per la riduzione delle emissioni di gas serra, aprendo così la via alla conclusione di un accordo migliore e giuridicamente più sicuro che sarà negoziato nella conferenza del prossimo anno in Polonia». Nella città indonesiana sono arrivati praticamente tutti i rappresentanti degli oltre 180 Paesi ed i 10 mila delegati attesi per seguire quelli che saranno i quattro temi principali della Conferenza: la “mitigazione”, ovvero l’azione per limitare o ridurre le emissioni inquinanti; “l’adattamento”, la strategia da seguire per aiutare i Paesi in via di sviluppo ad affrontare l’impatto del cambiamento climatico; la “tecnologia”, l’aiuto da fornire ai Paesi per limitare o ridurre le emissioni attraverso la tecnologia; il “finanziamento”, gli investimenti e i finanziamenti per consentire ai Paesi in via di sviluppo di applicare provvedimenti che non compromettano i loro sforzi di crescita economica e di lotta alla povertà. Presentando alla stampa il summit, il segretario dell’Unfccc, Yvo de Boer, ha detto che «Il principio di responsabilità comuni ma condivise giocherà un ruolo importante nel corso della Conferenza di Bali. Molti Paesi in via di sviluppo cominciano a sviluppare le loro economie e a sradicare la povertà. Il Paesi sviluppati devono condurre questa missione e prendersi maggiori responsabilità nella riduzione delle emissioni di gas serra. Diversi Paesi in via di sviluppo, tra i quali la Cina e l’India, si sono dichiarati pronti ad agire per il problema del cambiamento climatico. La comunità internazionale dovrà fornire le risorse finanziarie per aiutare I Paesi in via di sviluppo a questo riguardo». Mr de Boer, ha iniziato la sua dichiarazione avallando le parole di Witoelar , sottolineando che le due settimane di negoziati non porteranno ad un accordo sul clima pienamente condiviso , ma sono piuttosto mirate a fissare i meccanismi necessari per un futuro regime di cambiamento climatico. Con quasi il record di numero di partecipanti e media, l’evento si conferma una delle più grandi conferenze fino ad oggi, ha detto de Boer, e gli occhi del mondo sono puntati sulla riunione per la ricerca di una risposta politica ai segnali dati dalla comunità scientifica internazionale attraverso il rapporto dell’ IPCC ,Intergovernmental Panel on Climate Change. L’apertura dei lavori è stata “molto ottimista”, ha dichiarato Yvo De Boer, culminando in un lungo applauso quando l’Australia ha annunciato la ratifica del Protocollo di Kyoto, che egli stesso ha definito “una decisione politica molto importante.” Il Segretario dell’ UNFCCC ha continuato dicendo che gli applausi riflettono l’apprezzamento per il coraggio dimostrato dall’Australia nel cambiare drasticamente la sua posizione e il suo coinvolgimento più forte con la comunità internazionale sugli attuali problemi climatici, cosa che lascia ben sperare per il ruolo futuro del paese nel corso dei negoziati. Citando l’efficienza energetica, le fonti rinnovabili e combustibili alternativi, come una parte fondamentale della risposta a “Climate Changing”, il segretario dell’Unfccc ha aggiunto che i combustibili fossili sono tuttavia destinati a rimanere presenti, dal momento che il mondo dell’Economia continua a crescere proprio con il proseguimento della dipendenza da carbone, petrolio e gas. E’ “quasi inconcepibile” ha detto, di aspettarsi che paesi come la Cina, l’India e il Sud Africa, che hanno un abbondanza di risorse di carbone non sfruttino tale risorsa, aggiungendo che la parte fondamentale della sfida è quella di sviluppare la tecnologia che consentirà l’uso di combustibili fossili in un modo più pulito. Pakistan, a nome del G77, ha indicato la sua volontà ad impegnarsi in modo costruttivo per il dialogo e buone notizie sembrano venire anche da Cina e Giappone. I due Paesi hanno rilasciato un comunicato congiunto nel quale si dichiarano pronti a partecipare «all’elaborazione di un nuovo quadro per contrastare il cambiamento climatico dopo la cessazione del Protocollo di Kyoto nel 2012» Cinesi e giapponesi si impegnano a lottare attivamente contro il cambiamento climatico, nell’ambito della Convenzione Unfccc, mettendosi d’accordo per prendere misure efficaci per contrastare il riscaldamento planetario ed i rischi conseguenti. e sostengono che «il post-Kyoto dovrà essere un meccanismo efficace con la partecipazione di tutte le principali economie e con comportamenti responsabili». Il Giappone stabilire nuove opportunità negoziali a Bali e i cinesi dicono che studieranno le proposte giapponesi con lo stesso intento da parte loro.L’articlo sulla presentazione sul summit e sulla sua inaugurazione visibile “qui”:https://www.rinnovabili.it/al-via-il-summit-mondiale-di-bali-700094