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Bali: guerra alla deforestazione

Le ricerche scientifiche dimostrano che la distruzione delle foreste tropicali è la causa di quasi il 20% del totale delle emissioni di Co2 . Arrestare la distruzione del patrimonio forestale, o almeno ridurla drasticamente, è ormai un punto fermo nella guerra al “climate change”. Tra l’altro, nel progetto “Reduced Emissions from Deforestation in Developing Countries” (Redd), i Paesi industrializzati potrebbero trarre ingenti guadagni proprio per merito del mercato delle emissioni, evitando di impoverire le riserve boschive in aree quali l’Amazzonia e il Congo.
“Credo che vedremo la deforestazione nell’agenda delle future negoziazioni – ha detto Yvo de Boer, segretario della Conferenza mondiale sul clima – E’ una delle questioni che un nutrito numero di Paesi vuole introdurre”.
Qundi a guerra alla deforestazione è oramai un argomento di primo piano per i delegati al meeting di Bali, dal momento che l’intesa di Kyoto non includeva una ricompensa per gli stati industrializzati che difendono e contribuiscono a garantire l’integrità delle foreste pluviali tropicali.
All’Onu c’è la speranza che con Bali si arrivi ad un’intesa per includere il piano Redd nelle discussioni e poi in un accordo, entro il 2009, per confermare e rendere più efficace il protocollo di Kyoto.

*L’esempio dell’Indonesia*

h4{color:#D3612B;}. Foreste, l’oro verde di domani?

_Come il quarto paese più densamente popolato, dopo la Cina, l’India e gli Usa, può concretamente trarre profitto dalla salvaguardia del proprio patrimonio verde, creare posti di lavoro e concorrere alla lotta al “climate change”_

Irwandi Yusuf, eletto governatore dopo lo tsunami del 2004 ha introdotto un’era di pace nella provincia trovando anche il gradimento di investitori, come Starbucks e Goldman Sachs. L’Indonesia è uno di numerosi paesi tropicali, come il Brasile, che lavora per un politica a favore della salvaguardia del clima e che offre le proprie foreste come bacino di assorbimento dell’anidride carbonica per nazioni ricche o per società che hanno necessità di compensare le loro emissioni di gas di serra. Cosi Yusuf afferma che “il mondo ha bisogno delle foreste di Aceh”, Non ci sono state ancora offerte ufficiali, ma il leader indonesiano non dispera di annunciare l’arrivo degli investitori proprio durante la conferenza a Bali. E dichiare che il suo progetto è quello di investire gli eventuali ricavi, che potrebbe ammontare a svariati milioni di dollari, sui posti di lavoro che servirebbero a curare e difendere rigorosamente il patrimonio forestale indonesiano che sarebbe così racchiuso in apposite aree protette. A causa della deforestazione, i paesi tropicali sono responsabili del 20% di emissioni globali di gas di serra e forse per alcuni di loro il progetto dell’Indonesia, potrebbe creare un’iniziativa da emulare e rallentare così il disboscamento contribuendo alla lotta contro cambiamento del clima.

Per le informazioni sulle precedenti giornate
“3 dicembre 2007”:https://www.rinnovabili.it/al-via-il-summit-mondiale-di-bali-700094
“4 dicembre 2007”:https://www.rinnovabili.it/bali-le-parti-si-organizzano-700107

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