La tutela delle foreste pluviali, che assorbono la maggior parte dei gas serra, è uno dei temi più discussi e spinosi al vertice di Bali sul clima,
Le ricerche scientifiche dimostrano che la distruzione delle foreste tropicali è la causa di quasi il 20% del totale delle emissioni di Co2 . Arrestare la distruzione del patrimonio forestale, o almeno ridurla drasticamente, è ormai un punto fermo nella guerra al “climate change”. Tra l’altro, nel progetto “Reduced Emissions from Deforestation in Developing Countries” (Redd), i Paesi industrializzati potrebbero trarre ingenti guadagni proprio per merito del mercato delle emissioni, evitando di impoverire le riserve boschive in aree quali l’Amazzonia e il Congo.
“Credo che vedremo la deforestazione nell’agenda delle future negoziazioni – ha detto Yvo de Boer, segretario della Conferenza mondiale sul clima – E’ una delle questioni che un nutrito numero di Paesi vuole introdurre”.
Qundi a guerra alla deforestazione è oramai un argomento di primo piano per i delegati al meeting di Bali, dal momento che l’intesa di Kyoto non includeva una ricompensa per gli stati industrializzati che difendono e contribuiscono a garantire l’integrità delle foreste pluviali tropicali.
All’Onu c’è la speranza che con Bali si arrivi ad un’intesa per includere il piano Redd nelle discussioni e poi in un accordo, entro il 2009, per confermare e rendere più efficace il protocollo di Kyoto.
*L’esempio dell’Indonesia*
h4{color:#D3612B;}. Foreste, l’oro verde di domani?
_Come il quarto paese più densamente popolato, dopo la Cina, l’India e gli Usa, può concretamente trarre profitto dalla salvaguardia del proprio patrimonio verde, creare posti di lavoro e concorrere alla lotta al “climate change”_
Per le informazioni sulle precedenti giornate
“3 dicembre 2007”:https://www.rinnovabili.it/al-via-il-summit-mondiale-di-bali-700094
“4 dicembre 2007”:https://www.rinnovabili.it/bali-le-parti-si-organizzano-700107