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Australia: urge taglio del 90% delle emissioni

L'Australia rischia di essere fra i Paesi maggiormente colpiti dai cambiamenti climatici e, secondo uno recente studio e l'opinione dei Verdi, dovrebbe cambiare il programma di riduzione delle emissioni di gas serra. Ma il governo sembra non essere d'accordo

Nell’anticipazione di uno studio sul riscaldamento globale, voluto dal nuovo governo laburista di Kevin Rudd e presentato oggi dall’economista Ross Garnaut, si raccomanda all’Australia di ridurre, già da quest’anno, le emissioni di gas serra con un preciso calendario già entro il 2020. Ma soprattutto occorrerà, sempre secondo Garnaut, fissare una soglia per il taglio delle emissioni del 90% per il 2050. L’economista è convinto che l’Australia debba operare queste riduzioni drasticamente, ma che inoltre debba che fare pressione su altri stati perchè perseguano obiettivi analoghi. Dagli ultimi dati infatti si apprende che il “climate change” sta accelerando il suo ritmo oltre le previsioni, grazie all’effetto della progressione economica di Cina e India e altri paesi emergenti. ”L’Australia – sottolinea Garnaut – è più vulnerabile al cambiamento climatico delle altre nazioni sviluppate ed è inoltre circondata da paesi in via di sviluppo che subiranno effetti negativi”.
Nonostante tutto l’esecutivo australiano per ora non sembra voler modificare i suoi programmi. Il ministro per i cambiamenti climatici Penny Wong ha confermato oggi che il governo non cambierà gli obiettivi ”E’ il nostro impegno elettorale – ha dichiarato Wong – una posizione che abbiamo determinato sulla base degli studi scientifici europei, del rapporto dell’economista britannico Nicholas Stern e dell’Intergovernmental Panel on Climate Change”. I Verdi australiani invece contestano l’obiettivo governativo perchè, sostengono, si basa su analisi vecchie di otto anni.
I dati sono ormai cambiati e indicano la necessità di tagli più drastici. ”Il governo non deve aspettare il rapporto finale di Garnaut in settembre – dichiara Bob Brown, leader dei verdi – Ogni mese che il governo Rudd ritarda l’azione per ridurre le emissioni costerà di più nel lungo termine all’ambiente e ai contribuenti”.