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Aumenta l’acidificazione dell’Atlantico, danni a conchiglie e molluschi

(Rinnovabili.it) – Il Nord Atlantico, da sempre valido alleato nella riduzione della CO2 presente in atmosfera, sembra stia perdendo la propria capacità di assorbimento delle emissioni che attualmente danneggiano il Pianeta causando l’innalzamento della temperatura. I risultati emergono da uno studio incentrato sulle emissioni di anidride carbonica di origine antropica nel Nord Atlantico, che sottolinea come la cattura dei gas sia in diminuzione dal 1980 ad oggi, in conseguenza soprattutto dell’acidificazione delle acque, arrivata a tassi molto alti e in costante aumento con danni notevoli agli ecosistemi marini. I risultati sono stati ottenuti a seguito di prelievi di acqua effettuati in situ nel bacino di Irminger, in Islanda e nel Nord-est dell’Atlantico proprio perché “il Nord Atlantico è uno dei principali pozzi naturali di carbonio di origine antropica. La CO2, dopo essere stata assorbita dal mare, si scioglie generando acidi che diminuiscono il pH, fenomeno noto come acidificazione degli oceani”, ha detto Mark Vasquez, redattore della tesi presso l’Instituto de Investigaciones Marinas (CSIC).
Dalle analisi condotte è emerso come i tassi di acidificazione siano aumentati negli ultimi tre decenni in conseguenza all’aumento della CO2 assorbita in relazione all’incremento della concentrazione del gas nell’atmosfera a danno soprattutto delle acque superficiali del Labrador, i cui prelievi hanno dimostrato concentrazioni importanti rispetto al resto dell’Atlantico. Ulteriore effetto dell’acidificazione la riduzione della percentuale di ioni di carbonato, essenziali per la crescita e lo sviluppo di conchiglie e molluschi con conseguenze nefaste anche sulla crescita di molte altre specie marine, oltre al rallentamento della propagazione del suono in acqua, essenziale per la sopravvivenza di cetacei e specie marine.

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