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Attac: verso Copenhagen ambiente, clima e società

Sabato 14, un seminario della sezione Italiana dell'Associazione mondiale Attac sui problemi dell'ambiente, del clima e della società, con ospiti di rilievo come Giorgio Nebbia, in vista della conferenza di Copenhagen

(Rinnovabili.it) – Attac Italia è la sezione di una associazione internazionale presente in oltre 40 paesi nel mondo, nata in Francia nel 1998, a ed ormai estesa in quasi tutti gli stati europei (occidentali e orientali), fino ai paesi del Terzo Mondo. In Italia esistono circa 40 comitati locali su tutto il territorio nazionale e le campagne sono lo strumento di cui L’Associazione si serve per far sentire la voce dei più deboli, dei soggetti colpiti direttamente dalle politiche di privatizzazione, di precarizzazione e di esclusione. In quest’ottica non poteva non abbracciare anche la preoccupante situazione climatica che tanti risvolti presenta nell’economia, nel sociale, nella politica. A questo tema “Attac Italia”:https://www.italia.attac.org/spip/ ha deciso di dedicare un seminario che si terrà a Roma, sabato 14 novembre alle ore 10.00 presso la Sala della Pace “Giorgio La Pira”della Provincia di Roma a Palazzo Valentini (Via IV Novembre 119/A).
Il titolo del seminario è diretto ed esplicativo: “Che brutto clima!”.
Dopo un introduzione di Fabrizio Valli di Attac Italia, interverrà Giorgio Nebbia, uno dei massimi esperti in materia e memoria storica del questione ambientale in Italia, che i nostri lettori conoscono bene per i frequenti editoriali che scrive per Rinnovabili.it. Ci saranno anche interventi di Daniel Tanuro (ingegnere agronomo attivista contro il cambiamento climatico), di Cristophe Aguiton (rappresentante di Attac Francia) e poi altri relatori come Riccardo Liburdi, della sezione romana.
Dalle 13.00 alle 15.00, invece avrà luogo il dibattito aperto “Verso Copenaghen: ambiente, clima e società”.
L’analisi di Attac è particolarmente interessante perché coniuga le esigenze ambientali con quelle dell’economia, ma vista da un’ottica estremamente critica rispetto alle regole internazionali che governano i mercati, all’economia e alle dinamiche finanziarie, che non sono certo estranee all’emergenza climatica che il nostro pianeta sta attraversando.

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