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Atlete: etichetta energetica, ancora deludente la conformità ai requisiti

Presentati oggi presso l’ENEA i risultati finali del progetto comunitario “Appliance testing for energy label evaluation”. I risultati saranno utili per supportare l’azione nazionale di sorveglianza del mercato

(Rinnovabili.it) – Sul fronte dell’efficienza energetica degli apparecchi domestici c’è ancora una lunga strada da fare. A dimostrarlo sono i risultati di “ATLETE”:https://www.atlete.eu (Appliance testing for energy label evaluation), il progetto finanziato dal Programma “Intelligent Energy Europe” che ha sottoposto a prove di laboratorio 80 modelli di frigoriferi e congelatori selezionati all’inizio del 2010 sul mercato comunitario. L’obiettivo era quello di verificare conformità degli apparecchi elettrici ai requisiti dell’etichettatura energetica comunitaria. Partito nel giugno del 2009 per concludersi a breve, ATLETE ha riunito in questi anni cinque partner europei interessati alle tematiche dell’uso razionale dell’energia e del risparmio energetico: ADEME, CECED, ENEA, ISIS e SEVEn.
I primi risultati sono stati presentati oggi a Roma presso la Sede dell’ENEA e come hanno spiegato gli stessi ricercatori, non sono soddisfacenti. I dati mostrano, infatti, quasi solo *il 44% dei prodotti esaminati è risultato conforme*, per la classe di efficienza energetica dichiarata, ai *5 parametri* stabiliti dalla legislazione comunitaria: _consumo di energia, temperature di conservazione (inclusa la classe climatica), volume netto, capacità di congelamento e tempo di risalita della temperatura._ La percentuale però si alza all’80% quando si prendono in considerazione solo consumo di energia e volume netto.

Per condurre le verifiche necessarie, il team di ATLETE ha collaborato con i produttori di apparecchi domestici, dando loro l’opportunità di commentare i risultati e, attraverso *l’adesione ad uno specifico “protocollo volontario”,* di intervenire in caso di sospetta _non-conformità del prodotto_ prima della conclusione dell’intera procedura. In 25 casi i produttori hanno accettato la sospetta non-conformità risultante dalla Fase I della procedura di verifica proponendo valide azioni correttive: rettifica delle dichiarazioni in etichetta o nella scheda di prodotto, modifiche dei manuali d’uso, della documentazione tecnica del prodotto, dei cataloghi o delle informazioni riportate sui siti web.

Secondo Milena Presutto, responsabile del progetto per ENEA, “la percentuale di modelli che non rispetta i requisiti dell’etichetta energetica è troppo elevata, ma i risultati del progetto indicano anche che è possibile realizzare azioni correttive rapide ed efficaci e che le prove di laboratorio sono uno degli elementi della ben più complessa sorveglianza del mercato”.
“Il livello di conformità ai requisiti dell’etichetta energetica deve migliorare – afferma Luigi Meli, Direttore Generale del CECED. – Un’azione di controllo più incisiva è la strada migliore per assicurare una competizione corretta ed equilibrata per i costruttori di apparecchi domestici che operano nel Mercato Unico e un elevato livello di protezione del consumatore. E’ essenziale che i Governi mettano a disposizione risorse adeguate per permettere la sorveglianza del mercato”.

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