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Assosolare: ICI, ostacolo allo sviluppo del fotovoltaico

Si sono incontrati a Roma la Direzione Centrale Cartografia Catasto e Pubblicità Immobiliare e una rappresentanza di Assosolare per discutere di un’importante questione legata al settore fotovoltaico italiano. Con la risoluzione del 6 novembre 2008 ( “N.3/2008”:https://www.agenziaterritorio.it/sites/territorio/files/documentazione/normativa%20di%20riferimento/risoluzione_3_2008.pdf) infatti l’Agenzia del Territorio ha classificato gli impianti fotovoltaici come centrali elettriche, quindi con carattere di “opifici”, e pertanto legati all’obbligo del pagamento dell’ICI. Tali conclusioni costituiscono secondo Assosolare un ostacolo allo sviluppo del settore, nella convinzione, in primis, che i parchi in assenza di una connessione strutturale tra i pannelli e il terreno non costituiscano un opificio in senso tecnico (categoria catastale D1), richiamando dunque un effetto di riduzione sostanziale della base imponibile ICI. Queste le osservazioni presentate ufficialmente ai tecnici dell’Agenzia, con l’obiettivo di poter aprire un tavolo di lavoro, anche in merito la natura pubblica delle finalità del fotovoltaico, sancita per legge dal decreto legislativo n. 387/2003, unitamente alla peculiarità strutturale dei parchi (che insistono su terreni che mantengono la propria destinazione ed uso “agricolo”). “Finalità plurime – spiega Assosolare – ed ulteriori rispetto a quelle meramente commerciali e con caratteristiche costruttive e funzionali del tutto peculiari, che porterebbero d’altra parte ad escludere che gli impianti possano effettivamente classificarsi come opifici, rientrando probabilmente in una diversa categoria catastale residuale ed esente da ICI (categoria E)”. “A valle delle valutazioni tecniche – ha proseguito Chianetta – abbiamo fatto presente che sul piano economico l’ICI rappresenterebbe un onere insostenibile per il settore, certamente di serio ostacolo per il suo sviluppo.
Numerosi operatori hanno già presentato le loro perplessità nel proseguire gli investimenti, stante l’incidenza dell’ICI sui tassi di rendimento minimi attesi. La recente posizione dell’Agenzia del territorio, che introduce un costo fiscale del tutto imprevisto, la cui giustificazione come sostenuto è peraltro fortemente dubbia, pone il settore in una posizione di incertezza che, secondo noi, deve essere superata celermente, anche per non scoraggiare lo sviluppo di un comparto economico in controtendenza rispetto all’attuale congiuntura”.
“Il costo dell’ICI – ha concluso Chianetta – si aggiungerebbe infatti alla contrazione del credito che già ha rallentato la crescita di un mercato che dovrebbe invece rappresentare, oggi e per il futuro, un’area di salvaguardia ambientale e di tutela dell’occupazione”.

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