Assosolare, GIFI, Asso Energie Future e Grid Parity Project scrivono alla Conferenza Unificata per proporre significative modifiche allo schema di Decreto che recepisce la direttiva europea 2009/28/CE
(Rinnovabili.it) – Il giorno dopo l’approvazione da parte dal Consiglio dei Ministri dello schema di Decreto Legislativo sulle rinnovabili le varie “associazioni di categoria non avevano tardato a fare sentire la propria voce”:https://www.rinnovabili.it/decreto-rinnovabili-i-si-e-i-no-delle-associazioni595984, alcune lamentando evidenti criticità, altre sottolineando i passaggi più importanti e innovati della futura norma. Lo schema, ora al vaglio della conferenza Unificata non smette di far discutere.
Assosolare, GIFI, Asso Energie Future e Grid Parity Project tornano infatti a esprimere le proprie perplessità su alcuni di quelli che vengono definiti _“punti critici di impatto decisivo”,_ passaggi del testo normativo che a detta di tali associazioni possono porre “gravissimi limiti allo sviluppo del settore e causare ingenti danni economici agli operatori oltre alla perdita di posti di lavoro in futuro”.
Parliamo soprattutto l’articolo 8 del decreto (comma 5) che dispone un divieto a costruire su terreni agricoli impianti fotovoltaici a terra con potenza superiore a un megawatt. Una misura particolare, accolta con favore da alcuni interlocutori come Coldiretti e Cia (Confederazione italiana agricoltori) e capace invece di svegliare dure reazioni da parte di altri. “La grave limitazione per gli impianti fotovoltaici su aree agricole è un pesante freno allo sviluppo del settore fotovoltaico in Italia. Una scelta che innalzerà nuovamente la valutazione _rischio Paese_ per tutti gli investitori e che pregiudicherebbe significativamente il raggiungimento degli obiettivi previsti dalla direttiva Europea sull’energia da fonti rinnovabili”, hanno scritto le associazioni sopra citate in una lettera ai vari rappresentanti della Conferenza Unificata. Assosolare, GIFI, Asso Energie Future e Grid Parity Project propongono invece una più corretta pianificazione territoriale e una maggiore incentivazione delle serre fotovoltaiche, in grado di creare importanti sinergie tra settore solare e agricoltura, spiegando che “l’energia prodotta da impianti a terra ha inoltre un costo minore rispetto agli impianti su edifici, perché la tariffa applicabile è di circa il 15% inferiore”.
Sotto la lente delle Associazioni firmatarie anche la modifica del sistema di incentivi del Conto Energia nel 2013, prevista dall’articolo 22 del Decreto e ritenuta capace di rimettere in gioco gli incentivi già stabiliti nel terzo Conto Energia, ponendo “ulteriori incertezze a detrimento del settore fotovoltaico su un piano che sembrava, dopo faticose concertazioni, ormai stabilizzato e per il quale sono già stati avviati ingenti investimenti”.
Tra le altre criticità contestate anche il rischio di uno sviluppo regionale disomogeneo, legato alla possibilità concessa alle amministrazioni delle Regioni di differenziare sul proprio territorio la soglia di potenza massima degli impianti autorizzabili attraverso la procedura semplificata. “Le criticità rilevate -concludono le firmatarie – sono, non solo paradossalmente in netto contrasto con gli obiettivi stabiliti dalla direttiva europea per il 2020, ma arrecano un evidente danno economico al settore con ripercussioni sul versante occupazionale […] Il rapporto tra sviluppo e territorio va spostato sul piano della pianificazione piuttosto che su una profusione normativa che non risolve il problema alla radice ma, al contrario, aumenta le incertezze degli investitori”.